FLAVIO VIANI
Cronaca

Travolta e uccisa: pirata della strada arrestato: "Nostra madre non tornerà, merita giustizia"

Concordia, il 41enne incastrato dalle telecamere: è scappato dopo lo schianto poi ha denunciato un finto incidente. Ora è in cella

Concordia, il 41enne incastrato dalle telecamere: è scappato dopo lo schianto poi ha denunciato un finto incidente. Ora è in cella

Concordia, il 41enne incastrato dalle telecamere: è scappato dopo lo schianto poi ha denunciato un finto incidente. Ora è in cella

Arrestato ieri mattina il conducente del furgone che, nel tardo pomeriggio del 16 gennaio in via per Novi a Concordia, ha travolto e ucciso l’81enne Bruna Vaccari. L’uomo, un 41enne di Novi, era fuggito senza prestare soccorso. Non solo, il giorno dopo aveva falsamente denunciato alla sua società un incidente stradale causato dal ghiaccio, inventando lo schianto contro un muretto. I carabinieri hanno dato esecuzione all’arresto in carcere del 41enne, emesso dal Gip presso il tribunale di Modena, accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga.

Il 41enne era già in affidamento in prova ai servizi sociali per una condanna per pagamenti con denaro falso e ricettazione. Ora è finito in carcere.

Bruna era stata falciata dal furgone mentre percorreva i dieci metri di strada che la separavano dai vicini, residenti di fronte, dove era attesa per una visita di cortesia. Il corpo della vittima era stato trovato dal figlio del vicino, riverso davanti al muretto di recinzione della loro abitazione. Importante è stata la testimonianza di un automobilista che, appresa la notizia della morte della 81enne, si è rivolto agli investigatori dicendo di trovarsi in quella strada quel pomeriggio e di essere stato sorpassato da un furgone a velocità sostenuta che, subito dopo, aveva bruscamente frenato accostandosi al margine della via, nel punto dove poi è stato trovato il corpo. Grazie alla descrizione del mezzo e alla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza comunale i carabinieri sono risaliti al furgone, in affitto ad una società commerciale e individuato in un parcheggio a Mirandola, posteggiato in modo da nascondere la parte danneggiata. La Procura ne ha disposto il sequestro e i proprietari, non trovandolo nel parcheggio, il 20 gennaio hanno presentato denuncia per furto. Dall’atto sono emersi elementi sul 41enne che lo utilizzava e che aveva denunciato alla società un falso sinistro stradale, del mattino del 17 gennaio. Un racconto smentito dalle immagini di videosorveglianza, dove si vede come il veicolo fosse già danneggiato pochi minuti dopo l’investimento della donna. Così il figlio della vittima Paolo Pitocchi, appresa la notizia dell’arresto, che parla anche a nome della sorella: "Noi abbiamo sperato che questa persona si sarebbe fatta avanti da sola senza bisogno di essere trovata, che volesse ravvedersi. Una rivalsa personale non c’è, spero – dice il figlio di Bruna – che la giustizia faccia quello che deve fare, né più né meno di quello che si merita. Io penso che si porterà sulla coscienza, se ce l’ha, questa cosa per tutta la vita. Mi fa dubitare che una coscienza possa averla se è vero, da quello che è emerso, che ha tentato di falsare l’evento. Evidentemente ha avuto modo di ragionarci sopra.

E’ chiaro che nostra madre non tornerà in vita ma vorremmo almeno che venisse fatta giustizia. Speriamo che aver rintracciato il colpevole le renda giustizia. Non so nulla dell’investitore, quando sarà il momento lo guarderemo in faccia. Ha rovinato se stesso, la sua famiglia, oltre averci privato di nostra madre in questa terra. Non so cosa potrà dire in sua difesa a fronte di prove schiaccianti sulla sua condotta. Io ho piena fiducia nella giustizia a fronte della celerità con cui sono arrivati all’individuazione dell’investitore. L’assenza di mamma si sente perché la casa era totalmente gestita da lei, era il pilastro della casa, con una salute ottima, aveva appena rinnovato la patente. Ho ancora l’immagine di mia mamma lì per terra stesa sul ciglio della strada".

"Quell’uomo è un delinquente per come si è comportato – esterna la nipote Lorenza –. Si è accorto che non aveva investito un gatto, ha rallentato e poi ha tirato dritto. Anche se fuggi poi devi avere il coraggio di tornare indietro e avvisare i soccorsi".

La famiglia fa presente la pericolosità della strada, anche se nulla giustifica l’omissione di soccorso e la fuga dopo l’incidente fatale.

Flavio Viani