Truffa e riciclaggio, arrestato imprenditore

ACQUISTAVANO con assegni scoperti e attraverso aziende fittizie merce di ogni tipo, da prosciutti e salami ai condizionatori, dal carburante alle autovetture fino al materiale edile. E al centro dell’organizzazione - sgominata ieri dai carabinieri - risultavano anche due reggiani e un modenese. L’operazione ‘Cabriolet’, affidata al tribunale di Sassari, ha portato all’arresto con custodia cautelare in carcere di quattro persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di attività commerciali. Si tratta di Lussorio Manca (Nuoro), Marco Salis (Sassari), Riccardo Notarpietro (Parma) e il reggiano Vito Belmonte, residente a Cadelbosco di Sopra. Ai domiciliari invece sono finiti il sessantenne Maurizio Beccantini (di Castelfranco Emilia) insieme a Salvatore Campus (Nuoro) e Giulio Caggiari (Sassari). Il secondo reggiano coinvolto nella vicenda è Luigi Chiapparone, formalmente indagato, per cui ieri è scattata la perquisizione in casa dei carabinieri di Reggio, che ha portato al sequestro di tre telefoni cellulari.

Da quanto emerge dalle indagini, la banda avrebbe agito anche nel reggiano, in particolar modo alla Donelli Vini di Gattatico con le stesse modalità utilizzate più volte. Ovvero il pagamento anticipato (in questo caso) di 4.800 bottiglie di Grapparossa di Castelvetro e altre 5.400 di lambrusco di Modena, proponendo un pagamento tramite ricevuta bancaria, con assegni postadati o scoperti.

NEL CASO specifico intestati alla ‘Eurocam’ del castelfranchese Beccantini, una delle cinque aziende fittizie utilizzate dal gruppo. La Donelli Vini non accettò il conguaglio, evitando così la tentata truffa confermata anche dalle intercettazioni raccolte successivamente dai carabinieri. Ma oltre a muoversi al sud (Sassari e Nuoro) e nei dintorni di Milano, la banda ha tentato diversi colpi anche a Modena e Parma.

I carabinieri di Reggio ieri, oltre a Chiapparone, hanno dato atto all’esecuzione di custodia cautelare in carcere per Belmonte. Ma complessivamente sono indagate 27 persone. E secondo i riscontri dell’Arma, in un anno l’organizzazione ha messo a segno 37 truffe e acquistato beni per 800mila euro. Altri raggiri, per un totale di 3 milioni di euro, sono stati sventati grazie alle indagini dei militari della Sezione operativa Norm della Compagnia di Sassari.

Stefano Chiossi