"Una simile pandemia cinquant’anni fa? Saremmo rimasti a casa senza istruzione"

Chi oggi ha sessant’anni ricorda con nostalgia telefonate dal ’fisso’, lettere e cartoline

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I nonni di oggi di che generazione sono? Del telegrafo o dell’iPhone? La nostra modesta indagine ha rivelato quali canali social i cittadini di Castelfranco prediligono per comunicare oggi. Per confrontarci con il passato, abbiamo deciso di intervistare i nostri nonni, quelli che l’iPhone magari lo usano ma parlano con nostalgia del telefono fisso o delle lettere. Come si comunicava in passato lo abbiamo chiesto ai coniugi Marco e Lorena. Sessantacinque primavere lui, sessantatre lei, sono i nonni di Beatrice Bertoncelli, co- creatrice di questo testo.

"Come comunicavamo? Tramite lettere o cartoline, oppure vedendoci più spesso – dicono – Altro che clic, le cartoline impiegavano circa una settimana per arrivare". Email o messaggini mandati in tempo reale contro una comunicazione lenta, fatta di carta, penna e l’emozione di ’rileggere’. E mentre a noi basta prendere il cellulare e aprire un social, i nostri nonni si incontravano più spesso "in compagnia o tra amici", si frequentavano "i bar o i giardini e si facevano giochi di società". Si stava più insieme, senza nascondersi dietro un nick o uno schermo: insomma rapporti genuini. L’ultima domanda che abbiamo posto loro è stata chiedere come sarebbe andata avanti la loro vita se il Coronavirus si fosse presentato in quegli anni e, come ci aspettavamo, ci hanno risposto che probabilmente si sarebbe interrotta completamente l’istruzione. Ma i nonni aggiungono: "Certo è che se non si poteva uscire, rimanevamo semplicemente in casa, senza lamentarci". Una lezione per tutti noi.