ALBERTO GRECO
Cronaca

"Una via intitolata a Ramelli". Critiche da minoranze e Anpi

Mozione di Fd’I a 50 anni dall’uccisione del militante del Fronte della Gioventù. Il Pd: "Rigettata la proposta di ricordare tutte le vittime degli anni di piombo".

La coordinatrice di Fd’I Lisa Secchia e la capogruppo Pd Anna Greco

La coordinatrice di Fd’I Lisa Secchia e la capogruppo Pd Anna Greco

Insorge il centrosinistra sulla decisione della maggioranza di centrodestra dell’amministrazione di intitolare a Mirandola "una via o piazza" a Sergio Ramelli. Nel consiglio comunale di lunedì scorso, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha proposto una mozione per intitolare una piazza o strada a Ramelli, giovanissimo militante del Fronte della Gioventù morto (il 29 aprile 1975 a Milano) a diciotto anni a seguito della brutale aggressione da parte di militanti di estrema sinistra legati ad Avanguardia operaia, uno dei tanti gruppi della galassia legata alle lotte del ’68. Ramelli, ucciso esattamente 50 anni fa, fu certamente vittima del clima di quegli anni, noti come "anni di piombo", perché segnati da omicidi, attentanti e stragi commessi da frange dell’una e dell’altra parte: si calcolano 350 vittime e più di 1000 feriti.

A fare arrabbiare le minoranze Pd e la lista civica "Mirandola 50mila" è stata l’impossibilità di poter arrivare ad un voto unitario che ricordasse tutte le giovani vittime, senza distinzione di appartenenza, di quegli anni infuocati da odio e violenza così come suggerito anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, idea condivisa anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa. "La nostra proposta – accusa la capogruppo Pd, Anna Greco – è stata rigettata con argomentazioni come la giovane età di Ramelli e perché la sua morte sarebbe particolarmente significativa per l’arma usata, una chiave inglese, quasi che le altre causate da sprangate, pistole, bombe non abbiano uguale dignità. La destra, che amministra Mirandola, ha perso l’occasione di fare un passo avanti ed essere coerente con quanto scrive nelle proprie mozioni, ma di utilizzare solo argomenti con fini propagandistici". Dello stesso tenore il commento che viene da Giorgio Siena, capogruppo di "Mirandola 50mila". "Sergio Ramelli – ricorda Siena – è stato una vittima incolpevole dell’odio politico e della intolleranza. Questa è certamente una verità indiscutibile, sono discutibili invece le intenzioni sulla figura del povero Ramelli, che viene evocato, nelle commemorazioni di ogni anno, in raduni con saluti, abbigliamenti e rituali della propaganda neofascista".

La decisione ha indignato anche l’Anpi locale. "La toponomastica di una città democratica – ammonisce la presidente di Anpi Mirandola Francesca Donati – non può e non deve essere ostaggio di revisionismi storici e nostalgie fasciste, è necessario onorare figure che si sono distinte per i valori di democrazia, antifascismo e giustizia sociale, non persone legate a movimenti che hanno seminato odio e violenza". Dall’altra parte si congratula per la decisione la coordinatrice del circolo locale di Fratelli d’Italia, Lisa Secchia. "Sono orgogliosa – commenta Secchia – di vedere approvata da tutta la maggioranza la nostra mozione che porterà un luogo di Mirandola ad essere intestato a Sergio, ucciso da estremisti di sinistra. Nulla è peggio dell’oblio della memoria o la distorsione di essa perché entrambi alterano la comprensione del presente e manipolano il pensiero. Il voto contrario della minoranza è uno schiaffo alle basi stesse della democrazia. Estremismo e violenza sono sempre da condannare, da qualunque parte provengano".

Alberto Greco