La polemica scatenatasi sulla decisione dell’amministrazione comunale di intitolare una via al militante del Fronte della Gioventù, Sergio Ramelli, solleva una dura reazione del presidente provinciale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia Ferdinando Pulitanò. "Trovo assolutamente gravi e sconcertanti le parole dell’Anpi della sezione di Mirandola – afferma Pulitanò - sulla volontà del consiglio comunale di voler intitolare una via a Sergio Ramelli in occasione del 50° anniversario della sua uccisione". Già l’indomani della decisione adottata a maggioranza, con le minoranze che avevano richiesto una diversa formulazione della mozione per ricordare tutti i giovani caduti, di destra e di sinistra, durante gli anni di piombo, si erano avute ferme prese di posizione, specie da Anpi, che aveva ammonito "è necessario onorare figure che si sono distinte per i valori di democrazia, antifascismo e giustizia sociale". "Può essere che l’Anpi – insiste Pulitanò - abbia qualche problema di memoria: Sergio era un ragazzo la cui unica colpa fu quella di aver scritto un tema contro le Brigate Rosse e per questo venne assassinato da 8 persone di Avanguardia Operaia a colpi di chiave inglese. Ma non morì immediatamente, ci vollero 47 giorni di agonia in ospedale durante i quali per i suoi amici era impossibile andare a trovarlo in quanto gli ingressi erano sorvegliati. Persino per i suoi funerali non ebbe pace. Tutto questo avvenne nel pieno silenzio delle istituzioni e da parte di chi copriva in quegli anni le organizzazioni extraparlamentari di sinistra con mancate prese di posizione chiare o silenzi colpevoli, Anpi compresa".
Alberto Greco