Violarono il lockdown Sanzioni annullate

Il prefetto: "Provvedimenti ingiustificati. I cittadini sono usciti di casa per assistere i genitori"

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"La sanzione deve essere annullata: sono usciti di casa per andare ad assistere i parenti, così come avevano dichiarato alle forze dell’ordine".

Dopo le numerose e salate sanzioni amministrative scattate durante il periodo del Lockdown nei confronti di tanti cittadini trovati ‘a spasso’, nonostante fosse vietato uscire di casa se non per necessità di salute o comunque per motivi gravi e dimostrabili, sono fioccati i ricorsi. Nei giorni scorsi due dei tanti cittadini che, attraverso i propri legali, si sono rivolti al prefetto hanno ottenuto l’annullamento della sanzione da 433 euro. A spiegare le motivazioni alla base degli annullamenti è l’avvocato Fausto Gianelli: "Per il momento abbiamo presentato quattro ricorsi, ovvero sanzioni impugnate davanti al prefetto e due li abbiamo vinti; mentre per gli altri attendiamo risposta. Nella maggior parte dei casi si tratta di modenesi che effettivamente, pur avendo dimenticato a casa l’autocertificazione, si stavano recando dai propri parenti per assisterli o per cure di cui necessitavano gli anziani nell’immediatezza". Il primo ‘annullamento’ riguarda infatti il caso di un modenese che si stava recando dai genitori, entrambi 70enni, per verificare che gli stessi assumessero con regolarità le terapie salvavita. "Abbiamo motivato il ricorso – sottolinea Gianelli – facendo presente come il ragazzo sanzionato, che vive a Prignano, si stesse recando a Pavullo, perchè preoccupato per le condizioni della mamma, cardiopatica. La donna, infatti, spesso dimenticava di assumere con regolarità i farmaci salvavita e la situazione è stata confermata di estrema priorità". Il secondo caso, invece, riguarda un uomo di Roteglia fermato da una pattuglia delle forze dell’ordine mentre si stava recando nel modenese sempre per assistere i propri genitori. "Anche questo cliente si era dimenticato di compilare la necessaria autocertificazione ma ha provato a spiegare come fosse necessaria la sua presenza a casa del padre agli agenti che, comunque, lo hanno sanzionato. Abbiamo dimostrato davanti al prefetto come, nonostante il padre fosse accudito dalla badante, avesse bisogno di essere movimentato, trattandosi di un anziano costretto a letto. La signora che se ne prendeva cura, però, pesando l’uomo oltre 70 chili, non era in grado senza l’aiuto del figlio di spostarlo. Anche in questo caso il ricorso è stato accolto". Per il momento, invece, non risultano pervenuti ricorsi circa la contestazione della violazione del divieto di spostarsi in conseguenza dell’emergenza sanitaria, come avvenuto invece a Frosinone. "Non ho mai contestato però la legittimità dello stato d’emergenza e la costituzionalità del Dpcm come fatto a Frosinone – spiega infine Gianelli - In questo caso il giudice spiega come quella che stiamo vivendo sia un’epidemia e non una calamità naturale e come non si possa quindi parlare di stato d’emergenza ai sensi del codice della protezione civile. Nei ricorsi invece io non ho ritenuto opportuno contestarne l’illegittimità perchè ritengo che la pandemia in atto potesse in realtà giustificare le sanzioni nel caso di inosservanza dei decreti".