
Imputati quattro agenti della polizia locale (foto d’archivio)
Era molto emozionato, tanto da scusarsi davanti al collegio. Ricordava davvero pochissimo di quanto accaduto in quei concitati momenti. Come confermato dai medici, con una ipoglicemia così grave difficilmente si è in grado di rendersi conto di ciò che accade attorno. "Quando sono arrivati sul posto non ho capito che erano i sanitari dell’ambulanza. Pensavo fosse qualcuno che mi voleva rubare il motorino ", ha affermato. Faticava anche a ricordare quanto riferito ai carabinieri, pur confermandolo. Per la prima volta ieri in aula ha preso la parola il 41enne originario del Marocco, residente a Viano, nel reggiano e parte offesa nel procedimento in corso davanti al collegio contro i quattro operatori della polizia locale di Sassuolo, due agenti e due assistenti, rinviati a giudizio per il reato di tortura dopo una presunta aggressione ai danni dell’uomo.
I fatti risalgono alla sera del 15 ottobre di due anni fa quando l’uomo, soccorso dalla Croce Rossa in via Regina Pacis a Sassuolo, era stato trasferito all’ospedale in stato confusionale a causa – si scoprirà in seguito – di una crisi ipoglicemica. I primi testimoni sentiti, tra cui una infermiera confermarono l’aggressione ai danni del paziente. Ieri, però, quest’ultimo ha fatto presente davanti ai giudici di ricordare poco o nulla di quanto accaduto al ps. Infatti il 41enne si mostrò incredulo quando il datore di lavoro gli spiegò quanto scritto negli atti di fine delle indagini preliminari, all’atto della notifica. "Se non ho fatto nulla come hanno potuto farmi una cosa del genere? - aveva chiesto al connazionale. "Ciò che ora il mio assistito vuole sapere è cosa gli sia capitato davvero quella notte – sottolinea il legale che lo rappresenta, avvocato Caterina Arcuri. "Chiedo scusa, non sono abituato alle aule del tribunale" - ha concluso ieri la presunta vittima del pestaggio. A prendere parola all’inizio dell’udienza, ieri mattina, il direttore generale dell’ospedale di Sassuolo, Stefano Reggiani che all’epoca dei fatti, su consulenza del proprio legale, verificando la documentazione e la relazione della primaria aveva ritenuto corretto procedere alla denuncia. Successivamente è intervenuto anche il comandante dei carabinieri di Sassuolo, che ha condotto le indagini e che ha illustrato in aula le testimonianze raccolte. Dopo di che sono stati sentiti due dei quattro imputati. Hanno ribadito in aula di non aver posto in essere comportamenti violenti, intervenendo contenendo il paziente nei momenti in cui si mostrava agitato e aggressivo. Infatti è emerso dalle parole degli agenti come il 41enne a tratti si mostrasse particolarmente agitato: da qui la necessità di contenerlo. La prossima udienza è stata fissata per il due maggio.
Valentina Reggiani