
Inaugura sabato pomeriggio alla Galleria antiquaria Cantore l’esposizione delle fotografie dagli anni ’60 fino ai tempi più recenti
Dopo aver viaggiato tra chef e ricette della cucina modenese con il video presentato qualche giorno fa, Beppe Zagaglia, infaticabile e sempre vulcanico nei suoi splendidi 91 anni, torna fra le sue amate fotografie, quelle di ’Ieri, oggi... domani’, titolo della mostra che inaugurerà sabato, il 7 dicembre, alle 18 alla Galleria antiquaria Cantore di via Farini 14. Insieme a Fausto Ferri che cura l’esposizione, ha selezionato 36 immagini che ‘volano’ attraverso più di sessant’anni di creatività: una ventina di foto della serie ’Bambini’, scattate tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70, accanto a scatti recentissimi che hanno nel movimento la loro ‘cifra’ stilistica. "Mi è piaciuto attraversare l’evoluzione della mia fotografia e della mia poetica – racconta Zagaglia –. I ‘Bambini’ furono tra i miei primi lavori, quelli che mi diedero anche notorietà nazionale e internazionale, e tra i ragazzini che avevo ritratto c’era anche mia figlia. Poi, come si sa, per le vicende della vita ho deciso di abbandonare la strada della fotografia come professione, anche se non ho mai smesso di fotografare, e la passione è sempre rimasta viva e accesa".
"I bambini di Zagaglia partecipano immobili del fascino di quegli androni semibui dove lo spazio reale si confonde con quello irreale in un tempo sospeso – sottolinea Fausto Ferri –. E sono immagini senza tempo quelle in cui il tempo sembra fluire in un incessante movimento: ci appaiono come le impronte mutevoli di soggetti che stentiamo a riconoscere". Il ‘mosso’ delle foto più recenti di Zagaglia sembra richiamare la velocità dei nostri tempi spesso sfuggenti: "Mi attraeva questo tipo di approccio – rivela Beppe –. Avevo già realizzato una serie di foto quasi sfocate, con una resa morbida, e questa del ‘mosso’ è un’ulteriore evoluzione. Credo che ogni foto debba dare una sensazione, un’emozione, e mi sembra che queste immagini le restituiscano".
Nel percorso della mostra sono state inserite anche alcune ‘chicche’ come gli scatti del 1959 - ‘60 con cui Zagaglia sperimentò una fotografia di tagli di luce e di colore, come una grafica. E non poteva mancare una delle sue immagini iconiche, il Duomo immerso nella nebbia, come una nave "o un castello fatato", dice Beppe. Un luogo del cuore e della meraviglia che ognuno di noi porta dentro di sé.