Zero scarti, spesa sostenibile all’Orto di Elia

Il giovane imprenditore, 26 anni, ha trasformato un terreno inutilizzato a Torre Maina in un’azienda agricola che produce in modo naturale

Zero scarti, spesa sostenibile all’Orto di Elia

Zero scarti, spesa sostenibile all’Orto di Elia

Elia Bertani ha 26 anni ed è un giovane imprenditore, titolare dell’azienda agricola Orto St’Orto di Torre Maina (Maranello). A maggio del 2020, in piena pandemia, Elia decide di trasformare il terreno agricolo di famiglia, ormai inutilizzato da qualche anno, in un’azienda che produce in modo naturale e sostenibile. Orto St’Orto oggi si estende su un terreno di 10 mila metri quadrati e produce frutta e verdura: pomodori, mele, pere, zucchine, peperoni e tanto altro, oltre a conserve e confetture. Il 13 marzo scorso, in visita alla nostra scuola, lo abbiamo intervistato.

Che cosa ti ha spinto a iniziare un’attività in proprio in un periodo come quello della pandemia?

"Ero iscritto all’università, ma tutto si svolgeva a distanza ed ero costretto, come tutti, a stare in casa. Volevo fare qualcosa per stare all’aperto e per l’ambiente, così è iniziata l’avventura".

Com’è nata l’idea? Per la passione o per la sostenibilità?

"Sicuramente alla base c’è la passione per l’agricoltura e per una vita a contatto con la terra, ma anche l’attenzione alla sostenibilità. Volevo creare un’attività che producesse in modo naturale e rispettoso dell’ambiente. Prossimamente, vorrei richiedere la certificazione biologica, processo che richiede molto impegno, ma è appagante a livello professionale nonché un indicatore di sostenibilità ambientale".

Hai incontrato difficoltà nella tua impresa?

"É stato un processo lungo con tanti step da seguire. Come in ogni attività è necessario studiare molto ed essere consapevoli che si sta fornendo un servizio importante. Con la voglia di fare e con la determinazione si può fare tutto".

Usi fertilizzanti o prodotti per il terreno?

"Sì, uso fertilizzanti al momento del trapianto, ovvero circa due volte all’anno, perché la terra perde la sua fertilità nel corso del tempo e ha bisogno di nutrimento".

Ti capita di produrre scarti? Che uso ne fai?

"Sì, ma non butto quasi nulla perché gli scarti vengono usati per il compost oppure come cibo per gli animali. Un esempio di scarti è la verdura rovinata dalla grandine, che può distruggere intere coltivazioni".

Coltivi solo prodotti di stagione?

"Sì, secondo me la stagionalità dei prodotti è la base per la sostenibilità. I tempi della natura vanno rispettati e ogni vegetale ha il suo periodo".

Come confezioni i tuoi prodotti?

"Per i vegetali uso delle casette in legno o in plastica riciclabile, che quindi riutilizzo più volte, mentre per le conserve sono costretto a usare barattoli in vetro e a ricomprarli ogni volta".

Collabori con aziende locali?

"Sì, collaboro con altre aziende agricole come la ’Bersana’ e ’Le terre di Jack’ e con altre realtà come un forno, ristoranti e con una gelateria".

Dove vendi i tuoi prodotti?

"Principalmente in azienda, dove il cliente sceglie direttamente il prodotto che preferisce, cogliendolo da terra. Inoltre a volte faccio anche consegne porta a porta e rifornisco gruppi di acquisto locali".

Da dove nasce il nome ’Orto St’Orto’?

"Il nome richiama l’espressione dialettale ’Orto Quest’Orto’ e in più è usato ironicamente per far capire che mi viene tutto storto e quindi non perfetto".

Martina Baiano, Christian Casoria, Manuel De Leo, Christian Di Lauro,

Alice Rubortone, Matilde Vivaldi (3^B, IC Stradi – Galilei, Maranello)