Zona rossa Pasqua ristoranti: boom di prenotazioni per l'asporto

I cittadini hanno accolto l’appello del sindaco Muzzarelli ad ordinare il pranzo delle festività nei locali della città. "Facciamo di tutto per sopravvivere ma non resisteremo ancora a lungo in questo modo. E’ necessario riaprire"

Raul Bellentani della Vecchia Pirri (Fotofiocchi)

Raul Bellentani della Vecchia Pirri (Fotofiocchi)

Modena, 4 aprile 2021 - La parola magica è delivery, consegna tradotto in italiano, insomma cib o d’asporto sta salvando tanti ristoratori in questo durissimo anno. Salvando va scritto tra virgolette, perché oggi, in zona rossa da oltre un mese e con alcune settimane di chiusura davanti, chi si occupa di cucina vede un orizzonte davvero fosco. Anche se tanti ristoratori sottolineano il lato positivo della medaglia, quello che permette di dire a tutti quelli che abbiamo interpellato, all’unisono: "I modenesi per fortuna rispondono e tanti hanno prenotato da noi per piatti o menù di Pasqua e Pasquetta". Insomma, si va avanti. E in queste ore tanti dei professionisti, cuochi e pizzaioli, stanno preparando i piatti per i due giorni pasquali. Basta un breve giro, a titolo di esempio tra gli esercizi commerciali che a Pasqua e Pasquetta sono aperti per l’asporto di alcuni loro piatti in menù per rendersi conto di una situazione ormai al limite. Anche se vige la regola tutta emiliana ’dell’arrendersi mai’. «Noi siamo tra i ristoranti storici della città – spiega il titolare della Vecchia Pirri viale Prampolini Raul Bellentani – e abbiamo per fortuna una clientela fidata e abitudinaria che i nostri piatti li ordina. In particolare per queste feste proponiamo i nostri piatti tipici ossia tortellini, lasagne, rosette, costine d’agnello e la cotoletta gigante. Il pubblico viene a ritirare direttamente e per questo abbiamo fatto molto battage via social, ma in parte utilizziamo anche le piattaforme con i rider. Certo in questi giorni lavoriamo solo noi soci, il pizzaiolo e il cuoco e devo dire che dal punto di vista psicologico la situazione sta diventando veramente pesante. Anche perché io quando vengo al lavoro vedo che, pur essendo in zona rossa da tempo, molti sono in giro e mi auguro lo siano tutti per il lavoro. Andiamo avanti, abbiamo le spalle forti, ma abbiamo dipendenti in cassa integrazione dal 20 ottobre scorso".

Mariana Magallanes di ’Prime Restaurant Churrascheria’ di via Antonio Scarpa che porta in città il latinoamericano solleva problemi simili: "Andiamo malissimo – dice – a causa delle chiusure e lavoriamo un po’ anche la sera durante le feste pasquali soprattutto grazie alla piattaforme con cui poi occorre dividere gli introiti. Speriamo si possa riaprire presto e nell’attesa i nostri clienti ci hanno prenotato soprattutto i tacos e i nostri piatti di carne come filetto, tagliata argentina e picagnas. Speriamo però di riaprire in fretta". I modenesi sono ormai abituati a chiedere il cibo, soprattutto nei week end e nei giorni di festa, ai propri ristoranti preferiti. Va così da Calle9 in Calle di Luca: "Noi a differenza di altri ristoranti – spiega uno dei titolari, Niccolò Teggi – non abbiamo realizzato un menù pasquale perché tanti ci chiedono le nostre pizze e i quattro tipi di hamburger che proponiamo. Certo andiamo avanti con aperture e chiusure da un anno e siamo piuttosto esausti, ma sono ottimista e vedo la luce in fondo al tunnel". Lavora ai piatti pasquali e in contemporanea si lecca le ferite anche Corrado Amato, titolare della Accademia dei Dissonanti in viale Berengario 124: "Proponiamo sop rattutto le nostre pizze gourmet e qualche antipasto sfizioso. Per fortuna i nostri clienti, fino al coprifuoco delle 22, arrivano per i nostri piatti, il delivery funziona ed è ovviamente molto aumentato con le chiusure". «I commercianti del centro storico, con la qualità e la disponibilità che da sempre li contraddistinguono, sono pronti a soddisfare le richieste del pubblico e più che mai in questo momento necessitano di sostegno – dice Maria Carafoli, direttore di Modenamoremio – per poterci accogliere nuovamente nelle loro attività appena la situazione lo permetterà". "Siamo alla seconda Pasqua in pandemia – dice Alessio Bardelli presidente di Sanfra – e ciò ha segnato profondamente il tessuto economico della nostra città. L’incremento del delivery e dell’asporto è positivo ma le forze economiche e morali, sono al capolinea".