Gollini e l’addio alla Fipav "È mancata la trasparenza"

Il dirigente, figura di spicco del volley nazionale, lascia il Consiglio Federale: "Le decisioni non passano quasi mai da un dibattito, come dovrebbe avvenire".

di Alessandro Trebbi

Un grande dirigente, uno dei personaggi modenesi più influenti del volley nazionale, una personalità che in città e non solo in città molti guardano con rispetto ed enorme stima. Proprio per questi presupposti le dimissioni di Eugenio Gollini (foto) dal Consiglio Federale della Fipav non possono lasciare indifferenti o passare inosservate. Presentate venerdì scorso, sono state accompagnate da un intervento molto duro nei confronti dell’attuale classe dirigente dell’organo che governa la pallavolo in Italia. "Ho deciso di candidarmi al consiglio della Federazione Italiana di Pallavolo con l’aspettativa, credo legittima, di partecipare attivamente all’organo a cui lo Statuto riserva ed affida i compiti di gestione ed indirizzo generale, di disciplina e coordinamento dell’attività, di predisposizione dei programmi per il conseguimento dei fini istituzionali. Ho sperimentato, invece, che molto raramente il Consiglio può assumere il ruolo di gestione ed indirizzo generale, oltre che di controllo, ma è relegato a luogo di mera ratifica di decisioni assunte da pochi altri" si legge nel discorso che ha pronunciato presentando le dimissioni.

Gollini, cosa intende?

"Mancano, sono mancate, trasparenza e chiarezza nelle decisioni, che non passano quasi mai da un dibattito in Consiglio come dovrebbe invece essere. Io non ho alcuna intenzione di rimanere seduto su una poltrona dalla quale osservare e votare decisioni altrui, perché sarebbe un atto di fiducia nei confronti del Presidente e del Segretario Generale: quella fiducia è venuta irrimediabilmente a mancare".

Come mai questa decisione, che non è improvvisa?

"Non c’è stata una goccia o un evento che hanno fatto traboccare il vaso, sono tutta una serie di episodi che si sono sommati, credo che la scelta non sorprenda nessuno".

Questo suo atto avrà altre conseguenze?

"No, sono sicuro che non accadrà nulla e che nulla si muoverà. Credo che serva soprattutto a me, per sentirmi in pace con me stesso e con la mia coscienza". Qual è la Federazione che Gollini vorrebbe?

"Quella che fa esattamente quello che dice lo Statuto, appoggiandosi alle parole scritte e non alla prassi consolidata. Le norme sarebbero scritte proprio per mantenere la democrazia del sistema. Alla fine sono le decisioni di pochi che contano, c’è un’oligarchia laddove dovrebbe esserci un organo di Governo supremo. Invece la gestione è di tipo prettamente presidenziale: dovrebbe essere il contrario".

In che modo queste prassi secondo lei danneggiano il movimento?

"Un movimento che va molto bene, potrebbe andare in modo meraviglioso. Stiamo parlando di uno sport e di una base sportiva eccezionale".

Gollini dove si vede in futuro? "La mia parentesi federale è sicuramente conclusa, la passione è rimasta intatta. Con che ruolo rientrerò nel mondo del volley? Non lo so, ma certamente la mia vita è quella, già da quando le partite che contavano si giocavano al PalaMolza. I valori della pallavolo, la mia esperienza, la mia passione mi portano a stare lì e a promuovere ad altri questa esperienza di vita. Ci credo fortemente".