Covid, poliziotto 58enne muore in terapia intensiva. Il sindacato: "Ci mandano al macello"

Candido Avezzù era in servizio alla mobile di Padova e viveva a Mestre. Secondo i sindacati, avrebbe contratto il Covid durante la trasferta all'hotspot di Taranto, dove c'erano 33 migranti positivi

Candido Avezzù, il poliziotto stroncato dal Covid

Candido Avezzù, il poliziotto stroncato dal Covid

Padova, 30 agosto 2021 – Stroncato dalle complicanze del Covid, il poliziotto 58enne Candido Avezzù è morto ieri in terapia intensiva a Jesolo. L’agente del reparto mobile di Padova, originario di Venezia e residente a Mestre, è stato in trasferta all’hot spot di Taranto dal 13 al 23 luglio scorsi e lì, secondo i colleghi, avrebbe contratto il virus. La struttura ospitava diversi migranti risultati positivi, il sindacato della polizia di Stato aveva già acceso i riflettori sulla situazione spinosa dell’hot spot.

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In base a quanto si apprende da fonti sindacali, l'agente avrebbe scoperto di essere positivo al virus il 28 luglio, cinque dopo il rientro a casa. Il 10 agosto le sue condizioni di salute sono peggiorate e l’agente è stato ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Jesolo. E, proprio quel giorno, il suo ultimo messaggio sui social: "Entro in lntensiva. Sulla lapide lo scudetto del 2 grazie. Grazie". 

“Un altro collega che ci lascia a causa di questo maledetto Covid”, commenta Fabio Conestà, segretario generale del sindacato di polizia Mosap. “Dal 13 al 23 luglio era in trasferta a Taranto, dove è stato impegnato presso l'hotspot che ospitava 300 migranti, 33 dei quali positivi. Denunciammo già all'epoca questa situazione e, a distanza di un mese, arrivano le terribili conseguenze: uno dei colleghi risultato positivo, ieri ci ha lasciato”.

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Due poliziotti in servizio al centro di accoglienza di Taranto sarebbero stati contagiati nei giorni precedenti all'arrivo di Avezzù . Il sindacato si stringe intorno “alla famiglia del collega in questo momento di dolore”. Sembra che il poliziotto non fosse vaccinato, ma ad oggi non ci sono conferme su eventuali posizioni no-vax. Pare, infatti, che altri colleghi vaccinati che hanno prestato servizio in quegli stessi giorni a Taranto, non avrebbero contratto la malattia. “Non sappiamo - conclude Conestà - se il collega fosse o meno vaccinato, ma al di là di ciò non è ammissibile permettere sbarchi in modo incontrollato, in piena pandemia. Ci impongono assurde regole come il green pass nelle mense e poi ci mandano al macello, in mezzo alla folla, negli hotspot, a contagiarci e a mettere a rischio le nostre famiglie oltre che i nostri colleghi”. 

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