'Ndrangheta a Padova, arrestato un 30enne affiliato alle cosche

L'uomo è accusato di diversi reati, dall'estorsione alla violenza, tutti commessi a Padova e aggravati dal metodo mafioso. L'operazione Ermes è durata 2 anni, perquisite case e attività anche in Calabria

Indagini della Direzione investigativa antimafia

Indagini della Direzione investigativa antimafia

Padova, 25 gennaio 2022 – È stato arrestato oggi un 30enne ritenuto vicino alla ‘ndrangheta, l’uomo è accusato di diversi reati, tutti compiuti nella provincia di Padova e con l'aggravante del metodo mafioso. L’uomo è un commerciante attivo nel settore delle carni, tra i reati ipotizzati dalla Procura ci sono violenza privata, lesioni personali, atti persecutori, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con munizioni, ma anche di estorsione, ricettazione, tentativo di rapina, furto in abitazione, fino a un episodio di danneggiamento seguito da incendio.

Alle prime luci dell'alba, i finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 30enne. L'operazione è scattata a conclusione di una delicata e articolata indagine, denominata operazione "Ermes", diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia.

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Tutto è partito da una denuncia sporta da una donna nel dicembre del 2019, nei confronti dei suo ex compagno originario di Catanzaro, attivo nel commercio delle carni. L'uomo aveva ridotto la giovane donna a un tale stato di prostrazione minacciandola con la violenza e con le armi, arrivando persino ad incendiare la sua auto. Il suo intento era quello di impossessarsi della sua abitazione e ospitare altre persone, perlopiù collaboratori dell'impresa di famiglia e provenienti dalla Calabria.

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Contestualmente sono state eseguite diverse perquisizioni nelle abitazioni e nelle attività commerciali legate al 30enne, che si trovano nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza. Sulla base del quadro accusatorio delineato dagli investigatori, la Procura di Venezia contesta reati ad altri sei indagati di origine calabrese, di cui uno sottoposto alla misura restrittiva della libertà personale.