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"A Fossombrone c’era il ritratto di Dracula"

La curiosità notata dallo storico Renzo Savelli: tra i dipinti dei duchi di Urbino portati in Toscana, figurava Vlad di Transilvania

È passato alla storia con l’appellativo assai poco lusinghiero di "impalatore", ma pare che questa pratica l’avesse appresa dai turchi. Lui, naturalmente, è Vlad Dracul, figlio di Vlad II Dracul, signore della Valacchia, entrato nella cultura popolare soprattutto per merito dell’irlandese Bram Stoker e del suo fortunatissimo romanzo epistolare Dracula.

Ora, pare che a Fossombrone in una sala di Palazzo Cattabeni ci fossero due ritratti, uno suo e l’altro della consorte, e che nella stessa sala gli altri ritratti fossero dei grandi dell’Europa del tempo, il che significa che in un certo momento storico il signore della Transilvania fu reputato al pari degli altri potentati d’Europa, probabilmente per via delle benemerenza conquistate nel combattere i turchi.

Lo sappiamo da un inventario che fu redatto quando, con la devoluzione dello Stato di Urbino alla Santa Sede, si trattò di spedire in Toscana tutti i beni mobili di proprietà di Vittoria, la figlia di Federico Ubaldo e Claudia de’ Medici.

La cosa non poteva sfuggire a Renzo Savelli, che infatti ne scrive così: "Ho letto il tradizionale articolo del mercoledì a firma di Daniele Sacco dedicato ai più diversi aspetti della storia medievale. La 218ª puntata (della settimana scorsa) trattava di Vlad Dracul, signore di Valacchia, per “aver impensierito l’avanzata dei turchi di Maometto II nel 1462“".

L’inventario: "Questo importante personaggio, di cui Sacco ha tratteggiato il ruolo politico-militare assieme con quello del padre, era certamente conosciuto in Europa occidentale e probabilmente l’inventario dei beni mobili dello splendido palazzo Seta-Rufo-Cattabeni di Fossombrone, redatto nel 1611, si riferiva a lui e alla moglie citando i due ritratti, presenti in una stanza e rappresentanti “il Prencipe, e Prencipessa de transilvana“. In quella stanza si trovavano sette ritratti grandi e “undeci quadretti senza Cornice di diversi retratti“, fra i quali, oltre al suo, anche quello del suo antagonista “Sultan Maomet“, forse una copia del ritratto che gli fece Gentile Bellini nel 1480. E’ interessante constatare come accanto a Vlad III e a Maometto ci fossero i ritratti del duca di Savoia, del re di Spagna, del re di Francia e così via".

Un diavolo d’uomo: "E per finire – chiude Savelli – ricordiamo che in rumeno “drac“ significa diavolo e che per mandare qualcuno a quel paese si dice “Vate la dracu!“".

Adriano Biagioli