Allungare la speranza di vita? "Fino a 60 anni è possibile"

Il parere del medico Roberto Pili, presidente della Comunità mondiale della longevità "Agendo su alimentazione, movimento e relazionalità si può incidere sul tempo che resta".

Allungare la speranza di vita?  "Fino a 60 anni è possibile"

Allungare la speranza di vita? "Fino a 60 anni è possibile"

"Quando gli esseri umani superano il secolo di vita si avvicinano agli estremi limiti della specie". Così Roberto Pili, medico specialista in oncologia e presidente della Comunità mondiale della longevità, che da decenni studia le cause dell’eccezionale lunga vita in relazione a determinanti genetiche, stili di vita e caratteristiche ambientali. Interpellato sul caso della pesarese Domenica Ercolani, che ieri ha compiuto 113 anni diventando la persona più longeva in Italia, spiega: "Per arrivare a questi livelli ci vuole una vitalità eccezionale ed aver osservato uno stile di vita salubre: alimentazione sana, vita attiva sia in termini di movimento che di relazionalità, ambiente non inquinato. Ma tutto questo potrebbe non essere sufficiente se queste persone non fossero dotate anche di una struttura psicologica e psichica che corrisponde alla voglia e alla volontà di mantenersi in vita, che si declina in tanti aspetti".

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Quello che riveste importanza, secondo Pili, originario della Sardegna dove si registra la più alta concentrazione di centenari in Italia "è la loro saggezza esperienziale: cultura, famiglia, tradizione che hanno insegnato loro a cercare il bene non solo personale ma anche quello degli altri. Quando la signora Domenica dice ’bisogna essere buoni’ intende anche saper perdonare che si traduce nella capacità di gestire lo stress. E’ una saggezza naturale, anche involontaria, ma aiuta a gestirsi la vita perché le malattie stress-correlate sono tantissime".

E chiarisce che invecchiare non è una malattia: "La senescenza significa che i nostri apparati declinano, ma se lo fanno armoniosamente si consumano senza ammalarci. Non è frequentissimo, anzi è raro". E porta il caso di un uomo che ha seguito durante le sue ricerche a Perdasdefogu, il paese sardo entrato due volte nel Guinness dei primati come località con la più alta concentrazione al mondo di centenari e famiglia più longeva del pianeta: "Io sono orgogliosamente sardo e posso testimoniare che esistono dei luoghi elettivi dove c’è la possibilità di esprimere le condizioni per vivere bene a lungo. Valerio Piroddi, che è mancato a quasi 112 anni, è morto semplicemente consumato, ha trascorso il giorno prima nella sua normale quotidianità senza mai stare male".

Ma cosa consiglia a chi spera di vivere a lungo? "Innanzitutto bisogna essere consapevoli che esiste un periodo critico che i nostri studi individuano fra i 45 e i 60 anni dov’è possibile ancora rimediare se si è vissuto in maniera sregolata, o rinforzarsi se si è vissuto in modo sano, ed agire sui grandi temi: alimentazione, movimento e relazionalità". Poi entra nei dettagli: "Mangiare secondo i canoni della natura e non dei mass-media, usare il proprio corpo nel movimento quotidiano e non 2-3 ore settimanali in palestra, costruire belle relazioni con se stessi e con gli altri". Aggiunge un particolare non da poco: "Tutti i centenari che ho conosciuto avevano una profonda dimensione spirituale; non parlo di religioni ma di un appoggio metafisico perché non siamo fatti di sola carne e vivere gli eventi dolorosi della vita visti da una prospettiva spirituale è diverso. La vera forza, da vecchi, è guardare la vita dalla parte finale della vita, una grande conquista antropologica". E chiude con un auspicio: "Vivere a lungo grazie alla medicina oggi è possibile, ma è molto più complicato vivere una vita degna di essere vissuta stando bene. Ed è la frontiera che dobbiamo presidiare, perché la sofferenza rende duro vivere a lungo non solo a chi deve sopportarla ma anche ai familiari e rimanda, alla fine, ad una insostenibilità. E per vivere bene a lungo bisogna prepararsi".

Elisabetta Ferri