Alluvione Marche, l’appello dei giostrai: "Aiutateci". Anche il vescovo solidale / VIDEO

Cagli, erano parcheggiati all’arena Sant’Emidio, hanno perso la totalità delle attrezzature nell’alluvione. "E’ il lavoro di tutta una vita, senza i nostri mezzi non sappiamo cosa fare, chiediamo solo di ripartire"

Cagli (Pesaro Urbino), 20 settembre 2022 - "Da una scalinata di cemento, ho visto la mia vita che finiva", dice Loris Buonora, 45 anni, di Pesaro. Da quegli scalini dell’Area S.Emidio, a Cagli, Loris ha visto l’acqua e il fango che devastavano tutto quello che lui e altri colleghi – una decina di giostrai in tutto, la gran parte pesaresi – avevano per lavorare. Durante il disastro di giovedì scorso, lui e i colleghi erano saliti in quel punto per non farsi travolgere dalla piana, era l’unica zona alta in cui mettersi in salvo. Una cugina di Loris, incinta, è stata salvata dai pompieri, tirata fuori dalla roulotte in cui si trovava, viste le sue condizioni.

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Dallo scorso giovedì, Loris, la moglie, i suoi tre figli, non sanno cosa fare. Idem per le altre nove famiglie. Stanno stazionando nell’arena, scioccati dal dramma, davanti a un futuro che al momento sa solo di fango e distruzione.

"Aiutateci – dice Loris - perché questa era tutta la nostra vita. E ora non sappiamo come fare. E’ tutto distrutto, l’acqua ha coperto le giostre, qui è arrivata a 6 metri di altezza, e dovremmo ricomprare tutto per ripartire. Ma le nostre attrezzature costano da 40mila euro in su. Il tappeto volante costa 100mila euro. Questo mestiere lo faceva mio babbo e mio nonno, e me l’hanno tramandato, a me e ad altri miei colleghi".

Qualcuno di voi era assicurato? "Siamo assicurati per la sicurezza delle persone, casomai qualcuno si faccia male durante le fiere. Ma non per questo tipo di sciagure. Per fare un’assicurazione sugli eventi atmosferici servono 30mila euro l’anno. Come potevamo fare?"

"Noi adesso – prosegue Loris – non chiediamo niente di più che di ripartire. Che qualcuno ci aiuti a ricomprare le nostre giostre e le nostre attrezzature. E’ il nostro lavoro".

Solidale con loro, anche il vescovo di Fano, monsignor Armando Trasarti, che ha visitato a Cagli i luoghi colpiti dal violentissimo alluvione. "E’ un lago di melma. La comunità dei giostrai ha perso tutto. Ora stiamo vedendo quel che si potrà fare insieme a Migrantes: non hanno più nulla".

La vita e il lavoro da giostraio voleva dire girare la provincia, ogni volta con soste di due o tre settimane nei vari centri. Quando sono arrivati a Cagli avevano già fatto due tappe a Pesaro, Baia Flaminia e Viale Trieste. Da Cagli si sarebbero spostati a Urbania. Poi avrebbero fatto uno stop a novembre, per la manutenzione dei mezzi e la sosta stagionale per riprendere dall’inizio del Carnevale in poi. Ma ora il Carnevale, per Loris e tutti gli altri, è solo una data sul calendario. C’è il nulla fino a quei giorni, e forse anche dopo.