Ambrosini, il gol della vita: "Mio figlio è malato. Una maratona per salvarlo"

L’appello dell’ex calciatore pesarese: "Soffre di diabete1, aiutiamo la ricerca"

L'ex calciatore del Milan Massimo Abrosini con il figlio di due anni

L'ex calciatore del Milan Massimo Abrosini con il figlio di due anni

Pesaro, 4 marzo 2023 – Massimo Ambrosini si appresta a giocare la partita forse più difficile della sua brillante carriera di uomo e calciatore: sconfiggere il diabete1 dopo avere saputo che suo figlio Alessandro, 2 anni, ne soffre.

Quando ha fatto questa terribile scoperta?

"Sei mesi fa, l’8 settembre"

Come reagisce un papà di fronte a questo imprevisto?

"Come uno che si rende conto che suo figlio ha una malattia inguaribile, cioè molto male. Inizialmente ho provato sconforto, poi un papà e una mamma capiscono che devono farsi forza, che bisogna rialzarsi e andare avanti. Quando abbiamo saputo che nostro figlio soffriva di questa malattia autoimmune e non guaribile abbiamo provato grande dolore. Ma poi ci siamo detti che non siamo gli unici e bisogna reagire. Noi ci stiamo provando".

In che modo, cosa sta facendo per Alessandro?

"Ora bisogna gestire la malattia, ma bisogna andare in altre due direzioni. Bisogna far sapere alla gente che il diabete1 esiste e che un bimbo può soffrire di questo gravissimo problema che bisogna cercare di risolvere. Ci siamo rivolti a una eccellenza nazionale del settore, il San Raffaele di Milano, che ha una divisione dedicata alla ricerca, l’unica speranza che abbiamo e che come noi hanno altre famiglie con questo problema in casa. Tutti possono donare una offerta a www.retedeldono.it sapendo che ha questa finalità, aiutare i bambini a guarire"

Alessandro ha capito?

"No, mio figlio non sa, ha una età prematura per rendersi conto di quello che gli sta accadendo e noi ovviamente facciamo in modo che la sua vita sia più naturale e normale possibile"

Lei ha vinto molte sfide sia come uomo che come calciatore, questa che sfida è?

“Indubbiamente la più difficile rispetto a tutte le altre. Ma va affrontata con lo stesso spirito, cioè dando tutto te stesso e facendolo con positività, pensando che devi affrontarla e puoi anche vincerla se dai fondo a tutte le tue energie. Poi devi farti coraggio e devi trasmetterlo anche a chi ti sta vicino e alle famiglie e alle persone che come noi si trovano in questa situazione. Bisogna trasmettere speranza, non possiamo rassegnarci al male".

Come si vince questa partita?

"In due modi. La vittoria passa per la convivenza con il momento, ovvero per la capacità, la tenacia e anche l’intelligenza e la sensibilità con cui si vive l’oggi e il domani. Poi la ricerca".

Come aiuterà la ricerca?

“Spero con tante iniziative. La prima è la staffetta che correrò a Milano assieme ai miei ex compagni di squadra che hanno condiviso con me questa situazione: Shevchenko, Costacurta, Dida. In futuro organizzando altri momenti come cene benefiche e altro"

Paura, speranza e poi?

"Una piccola vittoria c’è già, Stiamo scoprendo una grande solidarietà tra chi vive questa dimensione e questo è un passo importante perché devi andare avanti, devi rialzarti dopo la botta che ti è arrivata. Ai genitori come noi dico: fatevi forza, la vita cambia ma continua, insieme possiamo farcela".