Anche il governo tutelerà la scrittura a mano

Nel progetto di legge di Monica Ciamburro si prevede un Comitato con due rappresentanti dell’Istituto Grafologico “Moretti“ di Urbino

Anche il governo tutelerà la scrittura a mano

Anche il governo tutelerà la scrittura a mano

La scrittura a mano: un’azione complessa, una caratteristica dell’uomo evoluto, un simbolo della civiltà. Ma anche qualcosa che negli anni recenti si sta lentamente perdendo. Per evitare ciò, il governo ha elaborato una proposta di legge (prima firmataria la deputata di Fd’I Monica Ciamburro) che istituirà la Giornata nazionale della scrittura a mano, da celebrarsi il 23 gennaio di ogni anno.

E Urbino avrà in tutto questo un ruolo centrale, prevedendo il testo un comitato che, su sette membri, ne inserisce due in rappresentanza dell’Istituto grafologico internazionale “Girolamo Moretti“, che ha sede dal 1973 a Urbino, in piazza delle Erbe.

Abbiamo chiesto al presidente dell’istituto, il padre francescano Fermino Giacometti, cosa ne pensa di questa bozza di legge.

"Sicuramente è una felice proposta. L’istituto non ne sapeva nulla, non conoscevamo nemmeno la deputata promotrice, quindi è stata una bella sorpresa".

Cosa prevede la legge in discussione in commissione cultura?

"L’istituzione della giornata nazionale, con importanti iniziative a livello scolastico, culturale e eventi mirati alla conoscenza e alla promozione della scrittura a mano in generale, in corsivo in particolare e della calligrafia".

E il comitato?

"Verrà istituito allo scopo di coordinare e preparare tutto l’anno le attività della giornata nazionale. Oltre a due membri del nostro istituto, ne sono previsti due nominati dal ministero della cultura, due da quello dell’istruzione e uno da quello della ricerca".

Come valuta questa idea?

"Avere due membri nel comitato (i cui membri non percepiranno compensi, ndr) è prezioso, per dare un’impronta scientifica solida alla giornata".

Siete in contatto con la Ciamburro?

"Ci siamo avvicinati solo ora tramite un professore universitario di Fermo, nostro collaboratore. Sicuramente le proporremo degli incontri per migliorare e dare ancor più sostanza a questa bozza di legge".

C’è bisogno di sostenere la scrittura a mano?

"Purtroppo sì. Il problema della scrittura manuale lo si sta avvertendo sempre più, sia nelle scuole che in famiglia. Stiamo conducendo anche degli studi per comprendere ancor meglio le criticità, tramite un progetto con le scuole di Serra de’ Conti, in provincia di Ancona".

Quali sono i problemi?

"Sembreranno banalità, ma non lo sono: bisogna insegnare a tenere la penna in mano correttamente con le prime tre dita. Bisogna educare i bambini alla motricità fine, che stanno perdendo a favore dei “click“ ripetuti e sempre uguali. Bisogna educare i genitori a capire i tracciati grafici, ovvero gli scarabocchi, della prima infanzia. Questo per quanto riguarda l’approccio coi più piccoli".

E poi?

"Poi occorre valorizzare l’analisi grafologica, utilissima sia come diagnosi che a livello educativo. Ma anche la scrittura come uno strumento di sviluppo, perché scrivere muove decine di muscoli, è un esercizio neurologico e cerebrale".

Insomma, scrivere a mano è importante.

"È un’azione – conclude padre Fermino Giacometti – che ci migliora. Inoltre la scrittura è una seconda impronta digitale, unica come noi".

Giovanni Volponi