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Antenne, Cattabrighe vince la battaglia: non saranno più montate in via Adda e via Scrivia

Protesta cittadina sul Piano antenne: approvato aggiornamento in Consiglio comunale scatena polemiche tra maggioranza e opposizione.

Scranni dell’opposizione vuoti al momento di votare l’aggiornamento al Piano comunale delle Antenne ieri in Consiglio comunale

Scranni dell’opposizione vuoti al momento di votare l’aggiornamento al Piano comunale delle Antenne ieri in Consiglio comunale

Da protesta di piazza a bagarre politica in Consiglio comunale: per il Piano comunale antenne – di cui ieri è stato approvato il primo aggiornamento dopo la stesura che prevede la famigerata“mappa delle localizzazioni“ in città – non c’è pace.

Giocoforza la delibera è passata, grazie ai voti della sola maggioranza che di fatto ha messo il suggello allo stralcio di via Adda e via Scrivia tra i siti pubblici dove sia prevedibile posizionare un ripetitore di telefonia mobile. Un risultato sufficiente a far sorridere di sollievo Giorgio Montanari, membro del Comitato di cittadini di Cattabrighe che per ottenere esattamente quello stralcio ha fatto la battaglia e vinto la guerra. "Siamo nati per eliminare i due siti – conferma Montanari, spettatore ieri in Consiglio –. Erano troppo vicine alle case e quindi ritenute insalubri. E’ un primo risultato. Ma noi non ci scioglieremo perché vogliamo continuare il nostro monitoraggio a tutela delle priorità dei residenti. Tanto che fra i vari siti privati, risultati idonei anche per Polab, consulente tecnico del Comune sul tema, aspettiamo un riscontro su via Sele, il cui proprietario si è reso disponibile ad accogliere l’antenna. Per noi residenti sarebbe un buon compromesso".

La delibera, nero su bianco, traccia questa ipotesi. Abbiamo chiesto all’assessore Maria Rosa Conti riguardo alla tempistica: "La palla passa alle parti private (proprietario del terreno e Gestore, ndr)". Sedata la protesta con il cittadino, perché è scoppiata la guerra tra maggioranza e opposizione? "È scandaloso – attacca Dario Andreolli (Lega) – approvare una delibera in cui la riunione di maggioranza viene inserita come momento istituzionale di confronto con tecnici e con la struttura amministrativa". In effetti, per argomentare che l’aggiornamento è stato il frutto di un confronto partecipativo, in delibera appare un elenco di incontri e tra questi, in modo un po’ naif, c’è anche una riunione della maggioranza. "Lo è ancor di più mettere nero su bianco che la maggioranza ha privilegi rispetto alla minoranza – continua – perché ha la possibilità di confrontarsi, in maniera diretta con i tecnici esterni e con i tecnici del Comune".

Rincara la dose Giulia Marchionni: "A loro le riunioni dedicate, a noi nemmeno gli atti richiesti. Abbiamo assistito all’istituzionalizzazione di un privilegio: nero su bianco su una delibera di consiglio comunale abbiamo trovato scritto che esistono consiglieri di serie A e consiglieri di serie B. Questa differenza è un vero e proprio sopruso". Non sono d’accordo Michele Gambini (Pd) e Lorenzo Lugli (M5s): "Sarà naif, ma dov’è lo scandalo? Anche la minoranza può richiedere un confronto con i tecnici dell’amministrazione". Marchionni non molla: "A parole, ma la realtà è diversa. E non ha nulla di democratico".

Solidea Vitali Rosati