Baby gang Pesaro, aggrediscono bambino di 10 anni. Poi fanno mea culpa

Tre dodicenni all’uscita di scuola picchiano senza motivo un ragazzino di due anni più piccolo che nemmeno conoscevano. Scoperti, si scusano tra le lacrime

Pesaro, 24 novembre 2022 - Si erano messi in tre contro un ragazzino di 10 anni che tornava da scuola e nemmeno conoscevano. Uno l’aveva bloccato da dietro, gli altri due avevano cominciato a tirare pugni sui fianchi. Ma quando sono stati scoperti, ciascuno a casa propria, soli di fronte alle proprie responsabilità e sotto lo sguardo severo dei genitori, quei tre dodicenni sono scoppiati a piangere come vitelli, giurando e spergiurando che mai e poi mai avrebbero ripetuto una vigliaccata simile, come mai e poi mai, d’altronde, avevano fatto prima dell’altra mattina.

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Atti di bullismo compiuti da una baby gang (foto d’archivio)
Atti di bullismo compiuti da una baby gang (foto d’archivio)

Si è chiusa così , con una sonora lavata di capo e mille scuse una vicenda che per 48 ore aveva fatto vivere nell’angoscia la famiglia di un bambino di 10 anni, residente in centro storico. Martedì all’uscita di scuola, mentre tornava da solo a casa, si era imbattuto in tre ragazzini poco più grandi di lui. Se ne stavano seduti sulla vetrina di un negozio, quando improvvisamente, senza che ci fossero stati né sfottò né contatti fisici, gli erano balzati addosso, tenendolo fermo e cominciando a picchiarlo. Poi l’avevano lasciato andare, senza proferire parola. Game over.

Il bambino era tornato a casa e, confuso più che dolorante, aveva raccontato ai genitori l’assurda vicenda della quale davvero non sapeva darsi una spiegazione. Anch’essi turbati, i genitori avevano pensato sulle prime di andare in Questura, ma non avendo idea di chi fossero i responsabili, avevano ripiegato su una strategia preventiva. Ovvero andare a prendere l’indomani il bambino a scuola e, tenendosi a debita distanza, seguirlo nel percorso fino a casa per vedere se qualche baby gang l’avesse preso di mira e, nel malaugurato caso, intervenire tempestivamente in sua difesa.

Ma nel frattempo la notizia si era diffusa, e in centro si era stretto il cerchio attorno ai responsabili. "Sono andato a casa loro – dice il padre –: quando li ho visti così impauriti mi sono anche intenerito. I genitori li hanno rimproverati di fronte a me e loro si sono scusati, hanno detto che non l’avrebbero fatto più, che era stata una bravata. Gli ho creduto e per me finisce qui. Voglio pensare che siano solo ragazzini un po’ troppo ’svegli’, perché mi dispiacerebbe molto se invece fosse diverso, ed episodi del genere accadessero anche ad altri bambini. Mio figlio è sereno, e adesso lo siamo anche noi".