
Giuseppe Rivoli, il residente aggredito, mostra il lampione che stavano colpendo
Pesaro, 4 settembre 2021 - Accerchiati, insultati, minacciati di morte e uno dei due colpito anche alla schiena. Scene da Bronx. E invece è successo, l’altra sera, nel giardino di piazza Puccini, quartiere di Villa San Martino, dietro la chiesa. Un branco di 20 ragazzini, tutti minorenni, maschi e femmine, ha circondato e inveito contro due uomini residenti nelle palazzine che si affacciano sul parchetto, finendo per aggredirne uno. E tutto perché quest’ultimo aveva osato rimproverarli dopo aver sopportato ore di schiamazzi culminati nel tiro al lampione. Alcuni di loro avevano infatti deciso di divertirsi colpendo con calci, sassi e anche con la ruota di una bici, il palo della luce fino a spaccarlo. Atti di inciviltà a cui c’è chi ha deciso di opporsi rischiando sulla propria pelle in attesa della Volante (coordinata dal dirigente Paolo Badioli), che è arrivata nel giro di poco, riuscendo a fermare la maggior parte dei ragazzini e a identificarli.

Lui, il primo a intervenire e a prendersi il colpo alla schiena, si chiama Giuseppe Rivoli, ha 48 anni, ingegnere. Dal 2004 abita, con moglie e figlia, in uno degli appartamenti davanti al parchetto. "Sono stati minuti infiniti. Ho avuto paura, non sapevo chi avessi davanti e temevo che potessero colpirmi alle spalle come poi hanno fatto. Speravo solo che la Polizia arrivasse più velocemente possibile. E così è stato. Adesso però ho paura di ripercussioni future".
Rivoli, racconti come è andata… "Erano le 23 quando sono stato richiamato da schiamazzi e colpi molto forti. Mi sono affacciato dal balcone e ho visto che quei ragazzi si stavano accanendo sul lampione. Tiravano calci, sassi e anche la ruota di una bici. Così ho deciso di scendere di sotto in pigiama. Mi sembrava che si stessero anche picchiando. Intanto mia moglie aveva chiamato la Polizia". E quale è stata la sua prima reazione davanti a quelle scene? "Ho cominciato a filmare col telefonino. Appena mi hanno visto, mi hanno aggredito verbalmente e mi minacciavano. Uno anche con un casco in mano. C’è chi mi ha detto: ‘t’ammazzo!’. A un certo punto ho sentito un colpo forte alla schiena. Poco dopo è sceso un mio vicino di casa. Si sono sparpagliati, ma poi sono ritornati. E ci siamo ritrovati accerchiati. Continuavano a insultarci. Poi è arrivata la Volante". E cosa è successo? "Qualcuno è riuscito a svignarsela. Ma la maggior parte dei ragazzini sono stati fermati e identificati. Gli agenti sono stati davvero efficienti e professionali. Hanno gestito la situazione in tutta sicurezza. Hanno contattato i genitori che credo siano venuti a riprendere i figli. Nel frattempo sono andato al pronto soccorso. Mi hanno dato 7 giorni di prognosi per la botta alla schiena. Poi, col mio vicino, siamo andati a fare denuncia in Questura. Qui i reati sono diversi, danneggiamento, minacce aggravate e nel mio caso anche lesioni". Ma lei conosce questi ragazzi? "Premetto che qui sono mesi che vanno avanti schiamazzi e danni alle cose. Prendono a calci i bidoni, spaccano biciclette, sporcano. Già nel 2009 avevo presentato un esposto. È una banda trasversale, sono tutti minorenni, c’era anche chi ha meno di 14 anni, il più grande 17, maschi e femmine, pesaresi e stranieri, figli di avvocati e qualcuno anche di genitori nelle forze dell’ordine, come giovanissimi sbandati. C’è di tutto. Ad accomunarli, il gusto di fare danni. Per noia, forse. Io sono anche pronto a ritirare la querela. Ma devono venire a chiedere scusa e pagare i danni".