Biesse, la partita ora è delicata. Lo spettro della cassa a zero ore

L’azienda deve fare i conti con un calo dal 25% al 17% del mercato interno. Oltre 2mila famiglie in ballo

Biesse, la partita ora è delicata. Lo spettro della cassa a zero ore

L’azienda deve fare i conti con un calo dal 25% al 17% del mercato interno. Oltre 2mila famiglie in ballo

E’ una delle partite più delicate quella in corso alla Biesse anche perché coinvolge, tra la fabbrica di Chiusa di Ginestreto e la controllata Hsd di Gradara, oltre 2000 famiglie. Partita delicata perché attualmente circa l’80 per cento del personale è in solidarietà e nella sostanza lavora un giorno in meno la settimana. E’ partito un confronto che mette di fronte il sindacato della Uil guidato da Paolo Rossini e l’azienda. Il tutto per evitare che si passi dalla solidarietà, nel corso del prossimo anno, alla cassa integrazione per stato di crisi, il che vorrebbe dire stare a casa a zero ore lavorative. Quindi con stipendi fortemente penalizzati.

Una situazione, quella all’intenro della Biesse, che si è venuta a creare con il calo del lavoro perché sono stati azzerati gli incentivi per l’industria 4.0 ed anche perché, con il crollo del mercato dell’edilizia sostenuto dal bonus 110%, è calato anche il comparto del mobile e di conseguenza si è verificato un calo anche le macchine legate alle fabbriche che producono per il settore dell’arredo.

"L’azienda ha confermato – scrive la Uil – che ha solo 11 ulteriori mesi di solidarietà ed è statro proposto dal sindacato un utilizzo per far modo che, usando con perizia e intelligenza l’ammortizzatore sociale, si possa andare avanti fino alla fine del 2025 e sopratuttto si possa impedire di mettere le persone a casa a zero ore".

Il problema sul tappeto è quello del taglio dei costi fissi e quindi del personale. All’interno di questo nodo rientra anche una controllata del comasco dove 56 dipendenti sono stati ‘invitati’ a trasferirsi a Pesaro perché lo stabilimento verrà chiuso. Naturalmente un putiferio con i sindacati lombardi che hanno aperto una vertenza con l’azienda controllata dalla famiglia Selci.

Ad incidere sul momento della Biesse è soprattutto il mercato interno che è passato nel giro di un solo anno dal 25 per cento del fatturato totale al 17 per cento con la previsione di un ulteriore calo nel corso del prossimo anno. "Il problema vero – dice Paolo Rossini della Uil – sarà per tutta le catena dei fornitori che potrebbero avere gravi ripercussioni con il calo del lavoro. Ma questo problema non riguarda solo la Biesse ma tutti i costruttori che producono macchine per la lavorazione del legno". Una partita delicata quella che è in corso tra la Uil e l’azienda perché sono previsti ulteriori incontri nei prossimi giorni sia alla Biesse e sia alla controllata Hsd di Gradara, azienda comunque che ha meno problemi rispetto all’azienda fondata da Giancarlo Selci, anche perché i sistemi che produce (mandrini) sono acquistati un po’ in tutto il mondo.

m.g.