Braccialetto elettronico. Il marito violento ce l’ha ma l’allarme di lei tace

Una moglie più volte si è vista avvicinare l’uomo denunciato per stalking e maltrattamenti, però il suo dispostivo non ha suonato per avvertirla.

Braccialetto elettronico. Il marito violento ce l’ha ma l’allarme di lei tace

Braccialetto elettronico. Il marito violento ce l’ha ma l’allarme di lei tace

Pesaro, 6 marzo 2024 – Ottima invenzione il braccialetto elettronico, per tracciare il percorso di persone pericolose, sottoposte a misura cautelari, soprattutto per reati di genere: l’importante è che funzioni. E non sempre accade.

E’ il caso di una donna, madre di due figli minori, residente nella periferia cittadina, che nel dicembre scorso ha denunciato il marito per stalking e maltrattamenti. Nei mesi precedenti c’era stata da parte dell’uomo una escalation di minacce, anche con dei messaggi vocali in cui l’uomo le diceva frasi come "questa storia si chiuderà con un morto". Non solo: accadeva molto spesso che l’uomo la seguisse, in diversi luoghi in cui la donna si recava.

Lei a quel punto teme il peggio e si rivolge a un avvocato, nel caso Elena Fabbri, del foro di Pesaro, che ha seguito molti altri casi legati alla violenza di genere (l’ultimo, che ha raggiunto la ribalta nazionale, quello delle due donne violentate e maltrattate da Federico Marcelli, arrestato in Umbria dopo latitanza lunga oltre un mese).

A quel punto parte la denuncia e scatta il codice rosso. La donna per un certo periodo viene trasferita con i figli in una casa rifugio. Poi fa rientro nella sua abitazione nella periferia di Pesaro. Nel frattempo il giudice decide, come misura cautelare, oltre a imporre il divieto di avvicinamento al marito, anche di applicargli il braccialetto elettronico. Il quale braccialetto prevede che, in caso di una violazione del divieto, parta un segnale che fa suonare un dispositivo che la donna in genere tiene con sè e che appunto, suonando, la avverte della presenza troppo vicina dell’uomo, per evitare incontri pericolosi. E’ questa seconda parte del meccanismo che diverse volte, nel caso della donna, non ha funzionato.

"Almeno 6 o 7 volte la mia cliente – dice l’avvocato Elena Fabbri – si è vista, proprio con i suoi occhi, avvicinare il marito, ma il dispositivo che avrebbe dovuto suonare per avvertirla della presenza potenzialmente pericolosa non ha funzionato. A noi è questo che serve. Un dispositivo che funzioni: la polizia – prosegue l’avvocatessa Fabbri – mi ha detto che in ogni caso il braccialetto è tracciato e quindi si possono vedere i movimenti di chi lo porta. Ma senza il segnale di allarme per la mia cliente diventa più complicato mettersi al sicuro".