Bufera stipendi Marche Multiservizi, due membri del cda: "Non sapevamo nulla, ora annulliamo tutto"

Sara Mengucci, ex assessore, e Margherita Pedinelli, ex sindaco di San Costanzo: anche a loro sono toccati gli aumenti, sebbene lievi. "Non ne eravamo al corrente, si è saputo tutto soltanto all’assemblea"

Da sinistra: Mauro Tiviroli, amministratore delegato di Marche Multiservizi, Andrea Pierotti, presidente dell’azienda, e Giuseppe Paolini, presidente della Provincia

Da sinistra: Mauro Tiviroli, amministratore delegato di Marche Multiservizi, Andrea Pierotti, presidente dell’azienda, e Giuseppe Paolini, presidente della Provincia

Pesaro, 28 aprile 2023 – "Sull’aumento dei compensi del cda di Marche Multiservizi siamo in linea con quanto dichiarato dal presidente Andrea Pierotti, dal sindaco Matteo Ricci e dagli altri primi cittadini che compongono l’assemblea dei soci intervenuti sulle pagine del Carlino. Questi aumenti sono improponibili". Non sono opinioni qualunque, ma di Sara Mengucci, ex assessore cittadina, e Margherita Pedinelli, ex sindaco di San Costanzo, entrambe componenti del cda di Marche Multiservizi.

Tradotto: anche loro, sebbene a livelli infinitamente più bassi degli altri, sono tra i beneficiari degli aumenti decisi dall’assemblea dei soci dell’azienda la scorsa settimana. Il compenso dei sette consiglieri d’amministrazione è passato infatti da 9mila euro lordi annui a 15mila. Briciole in confronto agli aumenti decisi a favore dell’amministratore delegato Mauro Tiviroli (da 59.506 euro a 100.000, +68%) e del presidente Mauro Pierotti (da 38mila a 60mila, +57%). Quest’ultimo, ieri, ha annunciato di voler riconovocare l’assemblea per annullare tutto.

Approfondisci:

Marche Multiservizi, intanto nel sito ci sono già gli stipendi nuovi

E a lui, appunto, si accodano Mengucci e Pedinelli. Le quali peraltro confermano che l’operazione dei maxi aumenti è stata fatta di nascosto o quasi, tanto che nell’ordine del giorno che tutti hanno ricevuto (lo pubblichiamo qui sopra) c’era solo un generico “Determinazione dei compensi del consiglio d’amministrazione“.

"E’ una decisione che non è stata preventivamente condivisa – attaccano Mengucci e Pedinelli – poiché nessuno ci aveva messo al corrente della scelta, se non in sede di assemblea. Si deve quindi correre ai ripari annullando quanto deciso. Negli ultimi anni il contesto sociale è fortemente peggiorato. Una condizione che si sta acutizzando dal perdurare della crisi economica. Anche per questo troviamo opportuno cancellare al più presto quanto deciso".

Certo, loro come tutti gli altri avrebbero potuto fare di più in assemblea, o anche nei giorni successivi, senza aspettare che il caso emergesse sul Carlino. Ma meglio tardi che mai: i ravvedimenti di questi giorni stanno trasformado la battaglia contro gli aumenti in un assedio. Dal quale è giusto uscire solo cancellando tutto.