ALESSIO ZAFFINI
Cronaca

Caccia al Brufen, scorte esaurite in farmacia "E così diventa più difficile curare i piccoli"

L’antinfiammatorio spesso prescritto con troppa facilità. L’equivalente generico presenta complicazioni per il dosaggio ai baby pazienti

Caccia al Brufen, scorte esaurite in farmacia "E così diventa più difficile curare i piccoli"

di Alessio Zaffini

E’ una specie di caccia al tesoro quella all’ibuprofene, principio attivo del ’Brufen’ (il nome del medicinale), farmaco che cura le infiammazioni. Ormai raro da qualche settimana, le cause che hanno scatenato questa carenza sono tante: alcuni hanno pensato alla paura di una nuova ondata Covid e, per contrastare l’ipotetica febbre, hanno fatto scorta, altri per cause d’influenze stagionali. Insomma, chi per paura o chi per necessità, sta di fatto che ormai le riserve sono state svuotate in quasi tutte le farmacie: "I medici dovrebbero essere bravi anche nella prescrizione di altri farmaci, perché molto spesso è stato prescritto ibuprofene senza che ce ne fosse bisogno – spiega Gloria Mainardi, della farmacia Peroni, in zona Celletta –. Inizialmente si poteva sopperire a questa mancanza andando a creare qualche medicinale in soluzione galenica, ossia nel laboratorio della farmacia, ma ora è diventato più difficile, perché ciò che manca è proprio l’ibuprofene nella sua forma più pura. Purtroppo la situazione è critica, soprattutto per i farmaci pediatrici".

La paura più grande per i farmacisti, infatti, è proprio il dosaggio per i bambini. Finché si tratta di adulti, la soluzione può essere quella di dare un generico o comunque un farmaco equivalente, magari con un dosaggio leggermente superiore o inferiore, ma per i bambini la faccenda è diversa: "C’è stato un momento in cui se un bambino stava male noi non sapevamo cosa dargli – racconta Paolo Sforza, della Farmacia Bellagamba, in zona Campanara –. Il pediatra, in questa situazione, dovrebbe dosare apposta per i bimbi i farmaci usati dagli adulti. Giusto adesso ci è ritornata un po’ di tachipirina, ma inizialmente eravamo in una situazione di stallo. Con gli adulti, fortunatamente, è più facile, perché il corpo reagisce in modo più accomodante ad un equivalente generico, ma con i bambini è sempre un dubbio, perché non si sa che reazioni potrebbero avere. Il fatto è che nemmeno noi sappiamo quanto durerà questa situazione e non possiamo nemmeno prendere prenotazioni, perché non sappiamo quando arriverà il farmaco".

Alcuni farmacisti cercano anche di dare consigli su come stare meglio anche senza l’utilizzo del medicinale a base di puro ibuprofene: "Noi abbiamo consigliato, per chi non trovava lo sciroppo per bambini, di prendere una compressa di Cibalginadue Fast, magari polverizzata e messa assieme all’omogeneizzato o alla pappina – dice Federica Golinelli, della Farmacia Antonioli, in centro –. È sempre ibuprofene e in base all’età del bambino noi sappiamo consigliare quanta utilizzarne. In generale, per chi ha i bambini un po’ più grandi, basta una pastiglia al giorno. Per gli sciroppi ancora cerchiamo di ’sopravvivere’, cercando di chiederne in prestito a chi ne ha. L’unica cosa che ci piace dire è che arriveranno, magari non domani, ma sappiamo che arriveranno. Purtroppo a complicare le cose c’è anche la guerra in Ucraina di mezzo, che ha compromesso non poco i trasporti dei farmaci".

"La gente si lamenta e molti sono preoccupati – commenta Ubaldo Albini Ricci, della farmacia Albini –. Non è facile, chiaramente, dover dire che un determinato farmaco non è disponibile, ma ora la situazione ce lo impone. Una delle cose che ci tengo a dire è, però, che molto probabilmente la carenza di adesso non sarà la causa di una speculazione sul farmaco. Se prima aveva un prezzo, appena sarà di nuovo disponibile avrà lo stesso costo. Bisogna solo resistere un po’".

A cercare di calmare un po’ la situazione anche Luca Pieri, presidente Aspes, il quale ha così commentato: "Per le farmacie comunali c’è un magazzino interno, siamo i nostri stessi grossisti – spiega –. Cerchiamo sempre di dare una risposta positiva alle richieste, sia di privati che anche di altre farmacie. Lo sforzo della filiera medica, sia per chi produce sia per chi vende, è grande. Certo è che anche questo lavoro di reperimento dal magazzino assorbe un sacco di tempo e non è sempre facile fare una programmazione di distribuzione. Però assicuriamo una cosa: i clienti non escono a mani vuote, una soluzione la si trova sempre".