
Cani (e gatti) come tenerli, e con quali regole?. L’incontro che parla di affetto e codice penale
Cosa stabiliscono le leggi sulla detenzione degli animali di affezione, principalmente cani e gatti? Come devono essere le loro cucce? Di che spazi devono disporre e come dev’essere garantita loro la possibilità di muoversi? Di questo e di altro si parlerà domani, dalle 10 alle 13, al salone Aurora del chiostro di Sant’Agostino di Mondolfo, su iniziativa dell’associazione animalista ‘I Randagi nel Cuore’, in collaborazione con la sezione Enpa (l’Ente Nazionale Protezione Animali) di Pesaro Urbino, col patrocinio del Comune.
Un appuntamento che rappresenta le seconda giornata del corso formativo per approfondire la legislazione territoriale legata alla tutela e al benessere degli animali domestici.
"In particolare, in questa sessione - spiega la vicepresidente de ‘I Randagi nel cuore’, Manuela Manna’ - si parlerà della Legge Regionale 10 del 1997 (‘Norme in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo’) e del relativo regolamento". Un incontro gratuito, aperto a tutti i cittadini, per saperne di più su temi che interessano tanti. Nelle vesti di relatrice parteciperà la presidentessa dell’Enpa Pesaro-Urbino, nonché guardia zoofila, Costanza Lucchino, che illustrerà le norme che regolano la tutela degli animali d’affezione e quelle del codice penale relative al loro maltrattamento. Secondo le quali, tanto per fare alcuni esempi, i cani di proprietà detenuti all’aperto devono avere la possibilità di ripararsi dal sole e dalle intemperie e devono disporre di una cuccia ben coibentata ed impermeabilizzata, con all’interno un pianale rialzato in materiale plastico o in listelli di legno; e quelli detenuti prevalentemente in spazi delimitati necessitano di una area di almeno 8 metri quadrati per capo adulto. Inoltre, al cane dev’essere assicurata, quotidianamente, la possibilità di muoversi liberamente: ed è questa una delle regole più disattese in alcuni casi, visto che certi cani vengono tenuti a volte settimane dopo settimane soli al’interno delle recinzioni, con garantito loro il solo cibo, senza sgambatura. Tra le altre norme, anche quella che vieta la detenzione dei cani alla catena; che qualora si renda necessaria dev’essere mobile, munita di due moschettoni girevoli, con anello agganciato a una fune di scorrimento di almeno cinque metri. L’associazione ‘I randagi nel cuore’ è una realtà che opera tra Mondolfo, San Costanzo e Monte Porzio con circa 20 volontari, sia per la tutela dei cani e, soprattutto, dei gatti che non hanno una ‘famiglia’. Si prende cura ogni giorno di oltre 70 piccoli felini.
Sandro Franceschetti