Carriera: "Offro un milione per un ristorante" Di Remigio: "Mi sembra un grande bluff"

Il noto ‘anti Green pass’ invita a farsi avanti e lascia anche tanto di numero di cellulare: "Parlo a nome di investitori di Varese". Il presidente della categoria aggiunge: "Il 50% dei colleghi è in crisi. Nel corso del 2021 abbiamo perso il 35% del fatturato"

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Non è passato inosservato un post messo ieri sui social da Umberto Carriera, ristoratore salito alla ribalta durante il periodo del primo lockdown per le sue posizioni ribelli e no pass, ottenendo anche l’appoggio di Vittorio Sgarbi. Il Carneade della ristorazione ieri è tornato alla ribalta con questo post: "Cercasi ristoranti in vendita nella zona Pesaro-Cattolica (no affitto) per investimenti immediati previsti fino ad un milione di euro. No perditempo...". Quindi nome e cognome e tanto di cellulare per i contatti. Un annuncio che arriva in queste settimane di ‘fermo’ culinario tanto che nel settore si parla di diversi ristoranti che hanno chiuso i battenti riconsegnando le chiavi. Al telefono, Carriera dice: "Non sono io a comprare, ma degli investitori di Varese che ho conosciuto col mio movimento. Mi hanno chiesto di selezionare dei ristoranti in belle posizioni. Hanno un milione circa da investire. Ho fatto il post e aspetto. Sono già arrivate dieci proposte. Io i miei ristoranti non li vendo, ma di questi tempi, con -50% di incassi, se qualcuno riesce a fare un affare deve considerarsi fortunato".

Un annuncio, quello di Carriera, che non convince Mario Di Remigio, presidente dei ristoratori della Confcommercio e titolare di "Polo Pasta e Pizza": "Boh, non capisco questo post perché anche lui come tanti in questo momento ha locali chiusi oppure aperti solo qualche giorno la settimana. Parla di investitori con un milione in tasca, a me sembra una forzatura o un bluff", dice Di Remigio.

Qual è la situazione del settore?

"Solo su Pesaro ci sono 150 ristoranti e i coperti sono il 25 per cento in più rispetto alla domanda. Quelli che hanno locali in affitto preferiscono chiudere, quelli che hanno invece i muri di proprietà tirano avanti perché costano più le pratiche per chiudere tutto che continuare a lavorare".

I margini quali sono?

"Sentite i commercialisti: prima c’era un aggio intorno al 15% nel settore, adesso si è passati al 4%".

Ma i ristoranti sono aumentati nel corso del 2021 e l’estate li ha visti sempre pieni con i prezzi in salita...

"Sì, ma sta parlando di appena tre mesi con un lockdown alle spalle. Tra novembre, dicembre e gennaio si è avuta una perdita

che è andata dal 35, fino ad arrivare al 50 ed al 75%. Mediamente l’anno scorso si è chiuso con un meno 35% di fatturato".

Ma nel corso del 2021 i numeri della ristorazione sono aumentati: come lo spiega?

"Questo è vero. Chiudono un negozio e aprono un ristorante, un pub, un bar e via dicendo. Tanti aprono, ma poi sono tanti quelli che chiudono. Ci provano".

Secondo lei quanti sono i ristoranti in questo momento in pericolo?

"Direi alla luce della situazione, che stiamo parlando del 50 per cento su un totale di 150 licenze di ristorazione".

Di Remigio cosa sta mettendo in crisi il settore?

"Da gennaio 2021 a dicembre il costo dell’energia è aumentato del 1000 per cento; quello del gas del 500 ed anche l’acqua è carissima, soprattutto qui a Pesaro. Un ristorante consuma mediamente 300 metri cubi al mese che per 4 euro fanno 1200 euro solo di costo dell’acqua. Sopra ci metta anche il fatto che non si trova personale ed anche il fatto che è terminata la moratoria. La situazione non è bella".

m.g.