Cornelis Cort, il gigante dell’incisione

Da oggi una mostra a Casa Raffaello ad Urbino. Lavorò anche con Tiziano e il nostro Barocci.

Cornelis Cort, il gigante dell’incisione

Cornelis Cort, il gigante dell’incisione

L’ammaliante bellezza delle incisioni di Cornelis Cort è protagonista della mostra che apre oggi alle ore 11 a Casa Raffaello, intitolata “Cornelis Cort. Un incisore olandese alla conquista dell’Italia“. L’esposizione, aperta a ingresso libero per tre mesi, fino al 29 giugno prossimo, è il frutto di un progetto internazionale tra università della Calabria e università di Liegi, in Belgio, dove ha sede il museo Wittert che possiede un cospicuo fondo di stampe antiche, circa 25mila, trentuno delle quali sono ora in prestito a Urbino.

"Dopo la mostra di due anni fa dedicata alle incisioni raffaellesche – ci dice Antonio Geremicca, curatore assieme alla docente belga Dominique Allardt – ora il focus è su questo maestro del bulino del Cinquecento nato in Olanda ma che passò gran parte della vita in Italia e morì a Roma. Poco conosciuto dal grande pubblico, tuttavia ha segnato uno spartiacque a livello di esecuzione tecnica: fu il primo a usare il tratto curvo in modo esteso e disinvolto, e riuscì a rendere i dipinti che traduceva con una sensibilità tale che le sue incisioni sembrano quasi esprimere le tonalità colorate degli originali".

Cornelis Cort, dopo una prima collaborazione ad Anversa con un editore, nel 1565 scende in Italia e si sposterà molto, lavorando con grandi maestri come Tiziano, con cui realizzerà 13 incisioni, ma anche Federico Zuccari, Girolamo Muziano e Federico Barocci, di cui traduce su lastra la Madonna del Gatto (esposta in mostra) e il Riposo dalla Fuga in Egitto. "Barocci stesso – prosegue Geremicca – probabilmente trarrà spunti dai metodi di Cort per le sue incisioni. Purtroppo la scarsità di documenti ci offre pochi dati sulla sua vita, ma le incisioni e il loro successo parlano per lui: ebbe una fortuna straordinaria, ebbe numerosi committenti e stampatori, incise anche alcune opere di Raffaello, tra cui la Trasfigurazione. Nella mostra urbinate, troviamo sei sezioni. Gli esordi ad Anversa; Venezia e l’incontro con Tiziano; il periodo romano; il periodo fiorentino; il ritorno a Roma; il successo postumo. Tra le più belle opere esposte nella mostra, la Calunnia di Apelle tratta dallo Zuccari, il martirio di San Lorenzo e Ruggero libera Angelica di Tiziano. In quest’ultimo si vede la maestria di Cort nei paesaggi, derivata dalla sua formazione fiamminga".

La mostra, evento di punta delle Celebrazioni Raffaellesche 2024, è patrocinata dall’Ambasciata del Belgio in Italia e nel prossimo anno verrà riallestita in Belgio.

Giovanni Volponi