Donna fantasma Apecchio, l’ex sindaco. "Siamo tutti colpevoli per Luciana"

Quasi 50 anni vissuti in una stanza, trovata morta. Ioni lancia l’allarme: "Basta indifferenza". Effettuata l'autopsia: morta per un tumore ai reni

La casa di Luciana Simoncelli e nel riquadro l'ex sindaco di Apecchio Orazio Ioni

La casa di Luciana Simoncelli e nel riquadro l'ex sindaco di Apecchio Orazio Ioni

Apecchio (Pesaro Urbino), 14 giugno 2019 - Orazio Ioni è stato sindaco di Apecchio fino al 2014. Ieri al telefono ha voluto commentare la storia di Luciana Simoncelli: «La sua morte mi ha colpito profondamente. E’ morta nell’indifferenza di noi tutti perché eravamo al corrente che viveva da trenta o quarant’anni chiusa in casa. Mi chiedo perché abbiamo permesso che le istituzioni, il Comune in particolare, l’ufficio per i problemi sociali, non abbia preso in mano la situazione aiutando questa persona a superare i suoi problemi? Non so se ci saremmo riusciti ma oggi avremmo detto di averci provato. Invece cosa diciamo? Che ci dispiace che sia morta ma dopotutto è stata lei a non farsi aiutare. Questo non può assolvere una comunità, questa è indifferenza e noi nei confronti di Luciana ne abbiamo avuta tanta di indifferenza. Pensavamo che stesse bene, invece è morta in quella stanza, ridotta a trenta chilogrammi, senza vedere nessuno, al buio. E’ qualcosa che ci porteremo dentro. Dovevamo intervenire, ricordo che parlavo col vicesindaco e mi diceva che andava tutto bene e questo ci portava a considerare come normale che una donna potesse vivere da trenta o quarant’anni rinchiusa in casa. E ancora adesso in paese ad Apecchio o a Serravalle di Carda c’è chi pensa che non sia successo niente di cui avere un po’ di vergogna. Non so come facciano a dire questo, ma secondo me non è così. Le sofferenze sociali non vanno ignorate con la scusa di rispettarle, ma vanno affrontate dallo Stato che è obbligato a dare delle risposte. Poi lo sforzo può avere o meno successo ma dobbiamo essere consapevoli di chi vive in condizioni anche drammatiche la propria esistenza, anche se non chiede aiuto o peggio non ne vuole. Ma quel no all’aiuto è fragile come la sua idea di vita. Non possiamo sentirci sollevati dall’aiutare quella persona solo perché abbiamo ascoltato anzi nemmeno questo, qualcuno ci ha detto che non vuole nessuno".

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Indagini e autopsia

Secondo l'autopsia effettuata oggi, Luciana è morta per un tumore ai reni. L’autopsia ha confermato la presenza di una massa e probabilmente ciò ha determinato anche lo stato di deperimento in cui è stato ritrovato il corpo.

Sul fronte delle indagini, i carabinieri  hanno ascoltato almeno 8 persone tra cui i medici che hanno constatato la morte della donna trovandola quasi scheletrica, dal peso di 30 chilogrammi con i piedi gonfi che lasciavano intendere che la donna non camminasse nemmeno più. Come se passasse tutto il tempo stesa a letto, ma senza vedere nessuno se non la sorella Valentina e l’anziana madre vedova. Nessun medico è mai stato chiamato in quasi mezzo secolo per una semplice visita. Mai.

ro.da.