ELISABETTA FERRI
Cronaca

E Leka ritrova il sorriso: "L’impatto che ci voleva"

La soddisfazione per il ritorno al successo. Poi i complimenti a Bucarelli: "Scelta importante la sua, sono cose che dimostrano quanto ci tieni".

I tifosi biancorossi. A sinistra, coach Spiro Leka

I tifosi biancorossi. A sinistra, coach Spiro Leka

Quanti elogi per Bucarelli in sala stampa. E se li merita tutti, il guerriero fiorentino, per essere passato sopra il dolore di una microfrattura che gli ha impedito di allenarsi per due settimane ma non di giocare una partita chiave: "Avevamo un piano A e un piano B perché non c’era la certezza che Lorenzo ce l’avrebbe fatta, non avendo mai provato i contatti prima della palla a due – racconta Leka –. D’accordo con lo staff medico lo abbiamo inserito subito, così che non ci pensasse troppo: ha rotto il ghiaccio difendendo contro Gaspardo, per non metterlo a pressare la palla ed è giusto che gli sia riconosciuto il suo gesto perché questo crea mentalità all’interno di una squadra, dimostrare che ci tieni, altrimenti vai a fare un altro mestiere".

Lo riconosce anche il coach avversario, apparso dispiaciuto soprattutto per i tanti tifosi che da Forlì avevano seguito l’Unieuro ricevendo in cambio una prestazione davvero spenta: "Inaspettata perché venivamo da 6 vittorie nelle ultime 7 partite, il pubblico che ci ha seguito meritava una partita diversa, almeno per provare a competere: ma questa serata è la dimostrazione che non riesci a farlo se giochi senza energia mentale. Di Pesaro in serie negativa non mi fidavo per niente – ammette Martino –, anche perché il rientro di un giocatore chiave come Bucarelli dimostra che averlo o non averlo uno così conta eccome". Unica consolazione l’aver salvato la differenza canestri: "Sì, ma è una magra consolazione, non possiamo certo essere contenti per questo, anche se alla fine magari ci potrà far comodo".

Spiro Leka sottolinea poi l’impatto finalmente deciso con il match: "Dopo la sconfitta con Rieti, dove ci siamo svegliati nel secondo tempo, mi ero raccomandato di aggredire subito il match dalla palla a due: aumentando l’intensità difensiva e le palle rubate, aumentano anche le possibilità di correre in contropiede, dove un giocatore come King ci sguazza". Gli unici problemi Pesaro li ha accusati contro il quintetto piccolo di Forlì: "Quando si sono schierati tutti esterni con Gaspardo da 5 siamo andati un po’ in difficoltà ma è durata poco, grazie alla rotazione dei nostri lunghi che si sono divisi il minutaggio, tenendo sempre alta l’intensità".

e.f.