REDAZIONE PESARO

Ecco quando i Comuni si arresero a Mms

Il "potere" contrattuale dell’azienda dei servizi è iniziato con la realizzazione della rete idrica e fognaria con dei costi "triplicati"

Ecco quando i Comuni si arresero a Mms

Michele Felici, già a capo dell’ufficio tecnico del comune di Urbino, è persona qualificata per ripercorrere ciò che è accaduto in passato tra i Comuni e Marche Multiservizi. In particolare, svela con questa lettera come i sindaci abbiano abdicato le loro prerogative in favore della società di servizi per non avere "impicci". Ecco cosa scrive Michele Felici: "La società Megas era titolare e gestiva le reti gas, acqua e fogne dell’entroterra e quando i nostri politici/amministratori, nel 2002, decisero che fosse assorbita dalla Multiservizi, ciò non avvenne per le reti perché queste dovevano rimanere a una società totalmente pubblica e pertanto tutte le reti passarono (obbligatoriamente) a MegasNet S.p.A. società creata ad hoc. A Marche Multiservizi venne riservato il compito di gestire detti reti. Le direttive europee recepite dall’Italia nel 1999, ci obbligavano, alla data del dicembre 2005, la sistemazione e depurazione di tutti gli scarichi; ciò non è stato fatto e, la Provincia (deputata ad autorizzare gli scarichi stessi) vietava a tutti (se non provvisti di depuratore) di allacciarsi alla fogna. Per rispettare i cittadini che avevano già pagato l’allaccio alla fognatura (con gli oneri di urbanizzazione) e per rispettare la norma, il comune di Urbino ha attivato un programma per il superamento degli elementi di criticità degli scarichi delle acque reflue urbane derivanti dagli agglomerati che prevedeva, entro l’ambito comunale, il completamento della rete fognante con i necessari depuratori".

"Questo Programma, (di competenza della Regione!) oltre a definire i criteri della programmazione, prevedeva i lavori da eseguirsi negli anni 2006 – 2007 e 2008 per una spesa complessiva di 3.854.240,00 di cui 767.438,00 euro provenienti da oneri di urbanizzazione a cui è seguito una delibera del Cda ATO - n.02 del 31.01.2007 con approvazione protocollo d’intesa per completamento delle fognature e dei depuratori nell’ambito del comune di Urbino. Questo ha determinato il finanziamento dell’intero programma risolvendo i problemi a parecchi quartieri. Il Responsabile del Servizio Finanziario diede “parere favorevole in ordine alla regolarità contabile. Da ricordare che il direttore finanziario del Comune è o è stato anche revisore dei conti della Multiservizi). A questo punto – scrive Michele Felici – l’Amministrazione ha pensato di risolvere i problemi di bilancio e di aiutare chi gestiva tutte queste opere affidandole alla Multiservizi e, per qualche combinazione, anche il funzionario dell’Ato che ha permesso il finanziamento del citato programma, ha trovato lavoro fuori regione. Certamente la Multiservizi, con l’appoggio di chi amministra il Comune, preferisce gestire direttamente i lavori: termina quelli in corso triplicando i costi; tutto il progetto programma, anche se completamente finanziato, viene rimandato e accantonato con il risultato che la Corte di Giustizia della Commissione Europea procede con la Causa C-85/2013 per inadempimento ex art.258, comma 2TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) a motivo del mancato completo adeguamento del sistema depurativo ma scordando che le sanzioni superarono il costo dell’intervento. Questa vicenda mostra che la Multiservizi con la sua struttura pubblico/privato riesce a essere “benevolmente” giudicata anche quando ha comportamenti contrari al benessere di tutti a all’ambiente: per questa ragione non è corretto permettere che questa società gestisca programmi e progetti perché tiene conto solo degli utili che, per il 50% servono a rendere miopi chi ci rappresenta. Con l’augurio e la speranza che i nostri rappresentanti considerino la Multiservizi una società privata che deve dare solo dei servizi sui quali non deve essere possibile “applicare una tassa” che gli utenti debbono pagare".

ro. da.