Dottor Bruno Arcangeli, segretario regionale Fimp, come mai non si trovano i pediatri?
"E’ sempre un discorso di errata programmazione all’origine. Le borse di studio sono inferiori al bisogno. Adesso ne hanno messe di più, ma i frutti li coglieremo tra 5 anni".
Nel frattempo?
"Nel frattempo, considerando che siamo tutti fra i 6870 anni, possiamo stimare che nel giro di due anni nelle Marche mancherà il 50% dei pediatri".
Adesso invece qual è la situazione?
"Per adesso, nel territorio, la situazione non è drammatica. I pediatri di libera scelta ci sono, hanno tutti un migliaio di piccoli pazienti, un numero tutto sommato corretto".
I giovani laureati in Medicina vogliono ancora fare i pediatri? O è una specializzazione un po’ appannata?
"No, la Pediatria è sempre stata tra le specializzazioni più gettonate. Il problema era che non c’erano le borse di studio".
E come la mettiamo con la denatalità?
"Anche quello è un problema. Diciamo che gli errori di programmazione, uniti al calo delle nascite, hanno mitigato le carenze. Se oggi ci fosse lo stesso numero di pediatri di 10 anni fa, rapportato al numero di nascite, i colleghi probabilmente si girerebbero i pollici. Ad ogni modo il calo delle nascite è drammatico".
La mancanza di un reparto di Pediatria a Pesaro ha creato problemi?
"Alle famiglie sicuramente sì.
A causa della carenza di medici non si riescono a fare le visite specialistiche e quindi quasi tutti vanno fuori. Ma il problema non si risolve riattivando la Pediatria a Pesaro. Anche perché, se questi sono i numeri, e pure in rapporto alla popolazione, è assurdo avere due reparti in 10 chilometri".
E dove dovrebbe essere?
"A Pesaro, perché ha una popolazione più ampia ed è capoluogo di provincia. E poi il reparto è sicuramente più bello e nuovo di quello di Fano. Non è un ragionamento di campanile. Bisogna capire che tenere due reparti in queste condizioni significa solo raddoppiare i disservizi".
ben.i.