Essere schiavi del cellulare ci rende alieni

La "nomofobia", cioè l’uso ossessivo del telefonino, genera un disturbo molto preoccupante. Senza l’apparecchio ci si sente persi

Essere schiavi del cellulare ci rende alieni

Essere schiavi del cellulare ci rende alieni

Con il termine “Nomofobia“ (“no mobile phone phobia”) si intende la condizione psicologica di ansia tipica di chi smarrisce il cellulare e prova una paura esagerata al solo pensiero di non ricevere informazioni dal mondo virtuale. Questa angoscia potrebbe aumentare e condurre a sensazioni fisiche simili all’attacco di panico. Altri sintomi legati a questa dipendenza sono: fobia sociale, alterazioni nella respirazione, agitazione, disorientamento, tachicardia, tremore.

L’utilizzo eccessivo del cellulare è legato alla necessità di essere in contatto continuo con qualcuno, “bisogno” talmente diffuso che passa quasi inosservato. Tuttavia, se si analizza il fenomeno a livello cognitivo-comportamentale, emerge una difficoltà a tollerare la separazione e la solitudine e, di conseguenza, il telefono diventa lo strumento per garantire la relazione e la presenza fisica dell’altro. Questa dipendenza è dovuta anche al bisogno di “esibirsi”, di scaricare nuove applicazioni e giochi più sofisticati che allargano la platea dei conoscenti. Per alcuni vedere una notifica apparire e poi sparire, una volta controllata, dà loro un senso di soddisfazione. Le persone che soffrono di questo disturbo si individuano per i loro comportamenti alienanti: usano il telefono in posti inadatti, monitorano costantemente lo schermo, mantengono sempre il credito attivo, hanno atteggiamenti maniacali nei confronti del cellulare, trascorrono molto tempo al telefono.

La nomofobia, amplificata dall’isolamento forzato della pandemia, sta assumendo dimensioni preoccupanti anche tra gli adolescenti, ossessionati dall’uso del cellulare. Per quanto possa essere utile lo smartphone, trovarsi in una condizione di totale dipendenza può influenzare negativamente la vita, interferendo con le relazioni interpersonali, il lavoro e la salute mentale. Per guarire oltre a un supporto psicologico, è necessario partecipare ad attività sociali, coltivare interessi e hobby al di fuori del mondo digitale, parlare “in presenza” con amici e familiari: così si diventa liberi e indipendenti dalla nomofobia!

Viola Casagrande Moretti,

Celeste Irma Ciglic,

Tommaso Olivi,

Leonardo Pampanini,

Anna Saltarelli,

Eleonora Urbinati,

Nicole Visconti

(3ªA)