ROBERTO DAMIANI
Cronaca

Ex carcere minorile, lo sconcio. Degradato, ma ora c’è chi lo vuole. Due ditte pronte ad acquistarlo

Aperta la conferenza di servizi per valutare se sono superabili alcuni vincoli architettonici. Il circolo Mengaroni e parte del muro di cinta saranno abbattuti. Costa circa 600mila euro.

Ex carcere minorile, lo sconcio. Degradato, ma ora c’è chi lo vuole. Due ditte pronte ad acquistarlo

Ex carcere minorile, lo sconcio. Degradato, ma ora c’è chi lo vuole. Due ditte pronte ad acquistarlo

La siepe incolta da 30 anni sta arrivando al tetto. E se ci riuscisse, sarebbe una fortuna. Nasconderebbe ciò che c’è sotto. E’ l’abbandonato ex carcere minorile di via Bertozzini angolo via Luca della Robbia. Per meno della metà è di proprietà comunale, per il 56 per cento è della Provincia. Da un lustro cercano di venderlo, chiedendo cifre milionarie. Adesso la pretesa è intorno ai 600mila euro ma le aste, la terza è di poco tempo fa, vanno regolarmente deserte. A differenza di prima però, appena chiusa l’ultima asta, si sono presentate alla Provincia e al Comune tre ditte dicendosi interessate ad acquistare l’immobile, ma a certe condizioni. Prima di tutto, la Soprintendenza deve attenuare le pretese. In altre parole, i vincoli sull’edificio ora sono stringenti. Ad esempio non si può scavare per fare i parcheggi, non si può abbattere il muro di cinta, alcune pareti non si toccano. In questo modo, se anche si regalasse, non si troverebbero acquirenti per l’ex carcere minorile. Per questo, è stata aperta una conferenza di servizi che ha già tenuto due riunioni per stabilire come procedere per poter ottenere il permesso di abbattere e ricostruire con incremento volumetrico in modo di farci appartamenti. Per ora, gli unici residenti sono piccioni e topi, i quali si sono suddivisi equamente gli spazi: l’ultimo piano è per i pennuti, sotto è competenza territoriale dei roditori.

Dice la titolare del negozio Habitania Gabriella Mordini, con le vetrine di fronte all’ex carcere: "Io non mi meraviglio più di quello che vedo. E’ così da tantissismo tempo. Ogni tanto qualcuno promette che si metterà a posto nel giro di qualche mese, una volta è comparso anche un mega cartellone col progetto di cui è rimasta l’impalcatura che sosteneva il telone del progetto. Ma ogni volta nessun politico è andato più avanti delle parole".

Anche adesso non c’è la fila per annunciare che l’ex carcere si venderà quanto prima ma sembra che anche la Soprintendenza possa essere più selettiva nell’indicare quali parti dell’edificio vanno salvate e quali invece è possibie modificare. Secondo indiscrezioni, la parte ora occupata dal circolo Mengaroni potrà essere abbattuta e sottoposta a scavi per realizzare una parte di parcheggi. L’area dell’ex chiesa del convento di Santa Maria degli Angeli poi diventato carcere sarà trasformata a piano terra in parcheggi per il condominio. Quanti appartamenti potranno essere realizzati non è ipotizzabile ora con certezza ma le due ditte (concorrenti tra loro) si sono dette pronte a mettere sul piatto i soldi necessari all’acquisto e alla ristrutturazione in cambio di volumetrie adeguate e senza troppi vincoli architettonici. Come ad esempio il muro di cinta. Questo è molto alto, in alcuni punti arriva a 8 metri, ma la metà è composta da un muro di costruzione non certo storico ma solo vecchio. Per questo, i costruttori chiedono di poterlo abbattere per rendere visibile la nuova costruzione. Se la trattativa andrà a buon fine è ancora presto per dirlo, ma questa volta sembra che le intenzioni di chiudere e vendere tutto siano quelle giuste.

Intanto la ricerca della nuova sede della Provincia potrebbe essersi conclusa. Non si muove da dove si trova, in via Gramsci. Per un motivo: l’università di architettura di Bologna dedicherà due ricerche-tesi di laurea al palazzo a forma di H avendo rilevato elementi architettonici di avanguardia. Per cui, si andrà quasi sicuramente alla ristrutturazione anche ai fini energetici dei due edifici simmetrici abbandonando l’idea di acquistare e trasferirsi nella ex sede della Banca d’Italia.