Fabio Ridolfi, sei ore per morire dopo l’iniezione

La sedazione profonda ieri mattina alle 9 nella sua casa, alle 17,23 il decesso. Fino all'ultimo ha fatto battute sulla Roma, il saluto del capitano Lorenzo Pellegrini

Ha retto solo sei ore, dopo l’iniezione che faceva cominciare la sedazione profonda. Fabio Ridolfi aveva un fisico talmente debilitato che ieri mattina non ha retto l’antidolorifico e il sedativo che l’equipe di medici gli ha somministrato, intorno alle 9, nella sua casa della frazione di San Silvestro di Fermignano. L’equipe era composta da due medici e un’infermiera: uno dei due medici era Carlo Brunori, medico palliativista dell’hospice di Fossombrone. Attorno al letto di Fabio tutta la sua famiglia riunita, ieri era davvero l’ultima volta: tra di loro anche la sorella Simona che era tornata dall’Irlanda, ed era già presente alla sera di addio, la domenica precedente, nella piazza Garibaldi di Fermignano. Fabio ha vissuto ancora per poco più di sei ore. L’epilogo alle 17,23, quando il respiro si è fermato, poi la constatazione del decesso fatta dai medici.

Fabio Ridolfi funerale, l'addio in cattedrale a Fermignano

La famiglia comunica la sua morte alla sera, con il comunicato dell’associazione Coscioni. Dice che i funerali saranno fatti in forma privata e chiede rispetto per la sua privacy.

Fabio è stato capace di fare battute fino all’ultimo, sulla sua Roma, su Mourinho. Era quasi sereno, nonostante fosse lì vicino a morire, forse perchè stava raggiungendo quello che lui voleva: smettere di soffrire. Era convinto, come ha dimostrato con i suoi messaggi scritti col puntatore oculare nei giorni scorsi. L’associazione Coscioni, che assisteva Fabio e la famiglia da mesi, non ha mancato di lanciare accuse, tramite l’avvocato Filomena Gallo e Marco Cappato: "Fabio Ridolfi è morto senza soffrire, dopo ore di sedazione e non immediatamente come avrebbe voluto".

Ha detto il suo medico storico, Giorgio Cancellieri, ora consigliere regionale della Lega, ma già sindaco di Fermignano e amico intimo della famiglia Ridolfi: "Voglio fare un plauso a lui e alla sua famiglia che lo ha supportato in questi 18 anni di calvario con abnegazione e dignità e forza ed anche ad Andrea che è stato il loro mediatore con l’esterno. La famiglia ha accettato il desiderio di Fabio, e lo ha seguito".

Eppure c’è uno sprazzo di felicità, nelle ultime drammatiche giornate di Fabio. Uno dei suoi ultimi desiderio Fabio ha fatto in tempo a realizzarlo. Un video in cui il capitano della Roma, Lorenzo Pellegrini, lo saluta, con tutti gli onori. E quel saluto accende lampi di felicità sulla faccia di uno che pure soffriva pene atroci da 18 anni, inchiodato a un letto, dopo quella tetraparesi irreversibile avvenuta nel febbraio del 2004.

Nel video si vede Fabio che si diverte come un bambino quando, anche grazie all’intermediazione preziosa di Pierpaolo Frega, un poliziotto della Questura di Pesaro, pure lui tifoso romanista, Lorenzo Pellegrini gli parla. "Ciao Fabio – gli dice il capitano della Roma – ho sentito parlare di te e del tuo desiderio, io sono in Nazionale (Nations League, ndr), non riesco purtroppo a passare di persona ma ci tenevo tanto a fare questo video per mandarti un grande saluto, un abbraccio e un bacio".

"Ciao Lorenzo – replica subito Andrea Ridolfi (interista, per la cronaca), fratello di Fabio rivolgendosi a Pellegrini – volevo ringraziarti a nome di tutta la mia famiglia e in particolare di Fabio per il pensiero che hai avuto nei suoi confronti. Hai esaudito un suo desiderio ed è stato un regalo enorme per lui. Come gli ho detto poco tempo fa ’te ne vai da Campione d’Europa’ e questa coppa lo rende ancora più orgoglioso di tifare Roma. Grazie di cuore". Il grazie a Pellegrini arriva anche dall’associazione Luca Coscioni, per bocca della legale, Filomena Gallo: "Grazie infinite a Lorenzo Pellegrini, per la sua enorme sensibilità nell’aver inviato questo messaggio e aver corrisposto così al desiderio di Fabio, mentre era impegnato con la Nazionale. Ha comunque trovato il tempo per salutarlo. Questa è attenzione, sensibilità, rispetto. Il Governo avrebbe dovuto intervenire con responsabilità e tempestività contro l’azienda sanitaria che sta negando il fine vita richiesto da Fabio. Contro questi ritardi, intervenendo subito evitandogli un epilogo che non avrebbe voluto".

Già la scorsa domenica la sua Fermignano, per volere tra gli altri del sindaco Emanuele Feduzi, gli aveva tributato una serata di addio con quasi mille persone sapendo che a breve sarebbe iniziata la sedazione profonda, in un vicino hospice dove Fabio è stato trasferito. L’addio è stato sulle note hard rock di un pezzo dei ’Metallica’, il gruppo heavy metal che Fabio adorava e suonava con la sua band, da giovane. Gente commossa nella piazza del paese, con le torce dei cellulari accese a mo’ di accendini ai concerti degli stadi, poi un striscione attaccato dagli ultras della Fermignanese, "Rispetto per Fabio", e infine le parole del fratello Andrea dette a chi c’era: "Non siate tristi, per lui sarà una grossa liberazione, così esaudisce il suo desiderio".