
Non c’è solo il covid. Migliaia di persone aspettano di essere sottoposte anche a visite e controlli. Che non riescono ad ottenere. Come A.T, 68 anni di Montecchio, che deve fare una gastroscopia e non ci riesce. Ecco la sua lettera di protesta: "Questa è l’epopea di una gastroscopia. Gastroscopia di un abitante di Vallefoglia. Gastroscopia di
controllo da farsi a febbraio di quest’anno. A marzo: Primo tentativo presso la farmacia. Prenotazione per settembre, all’ospedale di Fermo. Lascio perdere vado presso la Asur del mio paese. Ricerca spasmodica, risultati più o meno uguali con l’addetta che alla fine mi chiede: “Ma lei deve proprio farla questa gastroscopia? Col covid è pericolosa andare in ospedale “. Allora ho aspettato e due giorni fa ho riprovato con gli stessi risultati sia in farmacia che all’Asur. Allora ho telefonato al Cup. La voce mi dice che sono 98esima e poi via via a degradare finché, nel giro di un quarto d’ora di attesa, mi sono ritrovata settima. Già pregustavo la prenotazione. Invece la vocina mi dice che per motivi tecnici non potevano continuare a fare le prenotazioni e che mi avrebbero richiamato loro. Ma di chi è la mente perversa che ha generato il Cup? Allora questa mattina ho deciso e sono andata personalmente alla cassa dell’Ospedale di Urbino per prenotare la ormai fantomatica gastroscopia. Dall’altra parte del vetro la ragazza mi dice che il posto più vicino è l’ospedale di Fabriano e che la data per effettuare l’esame è, udite,
udite, il 9 novembre 2021. Chiedo: “Ma a Urbino non è possibile fare una gastroscopia in tempi più brevi?” No, non c’è posto, anzi si corregge e aggiunge: “ A meno che non la faccia a pagamento”. Quanto costa una gastroscopia a pagamento? Intorno ai 350 euro. E se sgancio 350 euro, quando posso farla? Il 6 giugno cioè tra pochi giorni e a farmela sarebbe stato chissà quale eminenza.
Miracolo! A questo punto decido di fare quello che fanno tutti gli abitanti della provincia di Pesaro e Urbino: prenoto a Morciano dove la gastroscopia te la fanno in meno di dieci giorni, in una struttura convenzionata.
Allora mi chiedo: ma cosa hanno fatto alla Sanità marchigiana? Chi c’era in Ancona negli ultimi anni come assessore alla sanità? Bibì e Bibò? Blondie e Dagoberto? Lupo Alberto? Perché in Romagna la sanità funziona e da noi no?
Sono domande come queste, domande senza risposta, che provocano in noi gente della vallata del Foglia rabbia e magoni Sarà per questo che siamo costretti a fare le gastroscopie, avventurandoci in luoghi remoti: A Osimo, a Fermo, a Fabriano e in date che si perdono nelle brume di autunni inoltrati, in inverni del nostro scontento".
Questa lettera chiarisce una volta per tutte che gli esami a pagamento velocissimi col macchinario ospedaliero hanno ripreso allegramente il loro ritmo mentre non si vede nulla all’orizzonte per garantire parità di condizioni alla gente comune che chiede alla sanità pubblica di sottoporsi ad un esame diagnostico in tempi veloci. Dopo il covid, le battaglie da vincere sono ancora tante.