I politici della Prima Repubblica giudicano i tempi correnti

Il convegno con Ciaffi, Sbarbati, Tornati e Trappoli per cogliere il senso dei cambiamenti della società.

Nei giorni scorsi l’urbinate Accademia degli Assorditi, sotto la presidenza di Massimo Fortini in collaborazione con La Polis dell’Ateneo urbinate del Laboratorio di studi politici e sociali, ha organizzato a Pesaro un convegno sulla politica, meglio sui partiti e il loro ruolo, non un ricordo nostalgico del passato ma una disamina che ne ha messo in evidenza anche i limiti di paragone con il presente.

Va sottolineata la volontà di attivare un rapporto con gli studenti rafforzato dalla fattiva partecipazione dei professori Fabio Bordignon e Luigi Ceccarini, d’altra parte è stato riconosciuto quanto i giovani, pure qualche volta nell’esasperazione dei metodi e dei toni, si impegnino nel mondo del volontariato così come nelle tematiche ambientali. La platea dei relatori ha visto la presenza di Adriano Ciaffi per i Democratico Cristiani, di Luciana Sbarbati per il Partito Repubblicano allora e tuttora attiva nel Movimento dei Repubblicani Europei, Giorgio Tornati per il Partito Comunista e Franco Trappoli per il Partito Socialista, la rappresentanza della destra è mancata per propria scelta. Essi, rappresentanti dei partiti della cosiddetta prima repubblica che hanno dato il loro apporto a livello comunale, nazionale ed europeo, si sono rivelati portatori di valori ed esperienze spesso differenti, restando testimoni di quegli anni piuttosto che non reduci, come erroneamente definiti da alcuni.

Non risulta semplice riassumere un dibattito serrato che ha trattenuto il folto pubblico, declinato sul ricordo di un sistema politico fatto di riunioni, di dibattiti anche da fronti contrapposti, però al di là di questi elementi per fare in modo che la tavola rotonda non fosse un amarcord, i relatori hanno ritenuto utile consegnare segnali e indicazioni per i tempi attuali: infatti mentre le testimonianze erano strutturate su fatti oramai storicizzati, l’analisi del presente si è dimostrata, oltre che serrata e vista da diverse angolazioni, portatrice di riflessioni.

Non si è potuto sottacere quanto i tempi siano cambiati: attualmente il desiderio, se non la smania di apparire dimostra a volte mancanza di sostanza e di articolazione del pensiero; la velocità delle notizie che poco durano, talvolta fuorvianti e faziose non permettono di soffermarsi per una necessaria riflessione; la socializzazione politica si è notevolmente affievolita con conseguente minore desiderio di mettersi in gioco; la pura ambizione e i partiti personali creano capi ma non leader senza adire un senso di comunità; la mancanza dell’insieme di persone unite da valori condivisi hanno destrutturato l’impegno politico.

Da più parti, sia nel riferire di un percorso personale che nell’analisi dell’oggi, è stato sottolineato quanto siano fondamentali la formazione, la conoscenza e soprattutto la scuola che nel tempo sostanzi il ragionamento, la cultura che forma cittadini maturi consegnando loro strumenti indispensabili per l’elevazione sociale in direzione di scelte consapevoli. Un contesto che infine ha posto più problemi che consegnare soluzioni, ma che appunto per questo ha sollecitato l’uditorio: un primo appuntamento quindi al quale si augura ne seguano altri.

b. c.