Il Castello della Pieve e i "killer" di Dante

Il 4 ottobre 1301 a Castello della Pieve, Carlo di Valois e Corso Donati firmano un patto scellerato che porterà all'esilio di Dante Alighieri da Firenze. Nel 2023, una lapide ricorda i fatti di 722 anni prima. Un luogo che custodisce la storia di uno dei più grandi poeti italiani.

Il Castello della Pieve e i "killer" di Dante

Il Castello della Pieve e i "killer" di Dante

Il 4 ottobre dell’anno 1301 cadeva di mercoledì. Me lo ricordo come se fosse ieri l’altro. Ci sono due che hanno attraversato gli aspri e desolati tornanti del passo di Bocca Trabaria e adesso, sollevando nuvole di polvere, eccoli che scendono da Borgo Pace verso Mercatello sul Metauro, erano tempi ancora felicemente immemori del traforo della Guinza. Adesso svoltano a sinistra lungo il fiume: l’appuntamento è al borgo fortificato di Castello della Pieve (nella foto), arrampicato come un aquila a 500 metri d’altezza. Non c’era ancora la Guinza ma c’erano però i Guelfi e i Ghibellini a darsi ferocemente guerra. Ecco in lontananza la possente torre di Castello della Pieve, ecco la porta muraria d’accesso all’unica strada in pietra che attraversa l’altura. Quei due sono gente importante: uno è Carlo di Valois, figlio di Filippo III e fratello minore di di Filippo IV il Bello, re di Francia; l’altro è messer Corso Donati, un fiorentino che te lo raccomando, tessitore di trame, politico violento e scaltro. E’ il peggior nemico di Dante Alighieri, quel Dante lì, quello della "Commedia" e del "vento di Focara". Ed è proprio lui, il povero Dante, il motivo dell’incontro segreto fra quei bei due tomi che a Castello della Pieve firmano il patto scellerato del suo esilio da Firenze e dell’addio all’amata Beatrice. Più tardi minacceranno anche di peggio nei suoi confronti, come l’essere bruciato sul rogo e carezze simili. Meno male che non lo beccarono mai, altrimenti addio "sommo padre Dante". Adesso lassù è tutto verde e nuovo. Il 4 ottobre del 2023 cadeva ugualmente di mercoledì. La torre di pietra di Castello della Pieve è ancora lì e sulla facciata che guarda il borgo c’è una lapide scolpita da Giambattista Bastari che ricorda i fattacci del 4 ottobre di 722 anni fa, l’ha collocata il Comune di Mercatello nel 1965, in occasione del settimo anniversario della nascita di Dante. Se capitate da quelle parti lasciate per un attimo da parte il menù e pensate che di lì sono passati i potenziali killer dell’Alighieri. Non è roba che possono dire in molti altri posti. Garantito che poi non siete obbligati a leggere tutta la "Divina Commedia".

f.b.