Su nel "Poggio", il ristorante di famiglia che sta nel casolare di Ginestreto, c’è un piatto che spopola. E’ il cannellone di Davide Vagnini, farcito di sapore antico, di quando veniva fatto in campagna, come ricetta della festa, e doveva grondare di sapore fino a saziare ogni angolo del palato e della memoria. Davide con la sua famiglia è riuscito a riprodurre fedelmente l’esemplare primitivo di questo piatto rurale che qualcuno ha pensato di sgrezzare e farcire con le più improbabili erbette e funghetti vari, tradendo la tradizione, e che invece "Il Poggio" lavora come una volta: sfoglia tirata, farcitura di macinato di carne di prima qualità, olio extravergine di oliva della propria azienda agricola di famiglia che conta tremila ulivi e che viene franto a Montegridolfo e non andiamo oltre perché il resto è un segreto che Davide si tiene stretto. Il risultato è un piatto grasso nel senso nobile del termine, ripieno di sapore al punto che ne bastano due, tre per appagare la voglia di mangiarlo prima di tutto con gli occhi per quanto lussurioso si presenta. Un piatto che è diventato il simbolo di questo locale: cioè se uno va al Poggio non può non assaggiare i cannelloni che assieme agli gnocchi all’anatra sono il manifesto del ristorante che dice no al progresso e sì al buon passato: viva dunque il piatto contadino dell’aia che presto diventerà oggetto di un laboratorio per arrivare sempre più lontano e fare felici anche i palati di altre regioni.
d. e.