"Il terremoto fa da test sulla solidità del liceo"

La scossa a Urbino è stata vista da Michele Felici come una “verifica naturale“. Per l’ex tecnico del Comune l’edificio non va abbattuto, non è pericolante

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Una scossa di terremoto può "tornar utile"? La domanda posta in questi termini pare quantomeno fuori luogo, eppure una eccezione potrebbe esserci. La scossa di ieri mattina secondo Michele Felici – già dirigente del settore urbanistica del Comune di Urbino e ora in pensione – avrebbe messo in luce che "il Liceo Raffaello di Urbino non può essere classificato vulnerabilissimo rispetto al sisma perché, anche in questa occasione, l’evento non ha generato alcun danno".

E’ questo un aspetto sul quale si dovrà riflettere visto che sullo stabile grava la proposta dell’abbattimento (che qualcuno magari vorrebbe per ragioni estetiche, ma sulle quali a sua volta si potrebbe discutere perché è una delle prime opere di rilievo di Luigi Pellegrin, 1925 - 2001), una "composizione di stampo cubista che prelude alla carica espressiva degli edifici della maturità dell’architetto romano" come ha scritto Lorenzo Ciccarelli nella “Guida all’architettura nelle Marche 1900 - 2015“, edito da Quodlibet nel 2016.

Tornando a Michele Felici, ieri ci ha scritto in proposito: "Certamente l’edificio va sistemato staticamente e migliorato sismicamente, ma questi lavori da effettuare su un edificio che certamente ha una certa e dimostrata resistenza, non possono essere tali da giustificarne la demolizione. Si ritiene che l’impegno a non demolire l’edificio, oltre che dalla sua comprovata “solidità”, debba venire dalle sue caratteristiche architettoniche, come spiegato da Lorenzo Ciccarelli. La foto scattata nel pomeriggio dopo la scossa, dimostra che l’edificio non ha problemi statici e, se anche alla verifica di resistenza molto bassa, il rimedio è possibile e sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico". Diciamo che un test più efficace quasi non si poteva fare.