La Vuelle si alza e cammina. Bluiett tiene in vita la speranza

Pesaro sbanca Sassari, ma i risultati delle altre non la aiutano. Decisivo l’americano finora più in ombra

La Vuelle si alza e cammina. Bluiett tiene in vita la speranza

La Vuelle si alza e cammina. Bluiett tiene in vita la speranza

Banco di Sardegna

91

Carpegna Prosciutto

96

BANCO DI SARDEGNA: Cappelletti 11, Pisano ne, Treier ne, Tyree 22, Kruslin, Raspino ne, Gandini ne, Diop 5, Gombauld 12, Mckinnie 19, Jefferson 11, Charalampopoulos 11. All. Markovic.

CARPEGNA PROSCIUTTO PESARO: McDuffie 14, Bluiett 16, Visconti 5, Wright-Foreman 18, Ford 9, Maretto ne, Tambone 11, Cinciarini 8, Mazzola 15, Fainke ne. All. Sacchetti.

Arbitri: Borgioni, Bartolomeo, Paglialunga.

Note – Parziali: 26-28, 46-50, 72-66. Tiri liberi: Sassari 12/18, Pesaro 20/22. Tiri da 3 punti: Sassari 9/22, Pesaro 12/29. Rimbalzi: Sassari 33, Pesaro 22. Usciti per falli: Tyree.

Lazzaro viene fuori dal sepolcro togliendosi le bende di dosso. Ha la faccia di Trevon Bluiett, che mette sul piatto all’ora di pranzo una prestazione più viva che mai dopo una stagione fantasma. La Vuelle sbanca Sassari, un campo dove non aveva mai vinto nella sua storia. Lo fa reggendo l’urto di un avversario che ha tirato con un irreale 81,3% da due, approfittando dell’assenza di un pivot dentro l’area. Lo fa prendendo 11 rimbalzi di meno per lo stesso motivo. E non si arrende nemmeno quando l’ultimo chiodo sulla bara sembrava averlo piantato il grande ex, Charalampopolous, con la tripla del +4 (84-80) a 3’ dal gong. Bluiett, il giocatore che meno aveva inciso fin qui quando contava, segna 7 punti pesantissimi nel rush finale: la tripla del sorpasso (84-85) uscendo dal timeout con una faccia di marmo di chi non sente la differenza fra i primi e gli ultimi minuti, il canestro del +3 (84-87) pestando la linea tanto da provocare l’instant-replay richiesto da Markovic e infine la spettacolare entrata del +4 (87-91) dopo la quale lo abbiamo visto esultare per la prima volta dopo sette mesi di campionato. Non basta, prende anche fallo in attacco da Jefferson, riconquistando un possesso cruciale.

E’ stata una partita vera perché la Dinamo insegue una chance di playoff dopo una stagione complicata, ma probabilmente non si aspettava una Vuelle così combattiva. Anche perché la gara era cominciata sul velluto: la difesa morbida dei biancorossi si apre facilmente alle incursioni di Tyree e dopo 3’ il tabellone stampa un impietoso 15-6. Il funerale sembra già pronto, ma Valerio Mazzola unico baluardo là sotto ritrova convinzione in se stesso e mentre Cinciarini porta Jefferson spalle a canestro facendo valere la sua stazza. Pesaro risale fino ad impattare (23-23) con Ford e chiude il primo quarto con una tripla in corsa di Tambone sulla sirena che vale il sorpasso. Di solito sono segnali importanti. Un break di 22-11 che carica i pesaresi tanto che nel 2° quarto si tenta la fuga un paio di volte ancora con il capitano, gioco da 3 punti per il 26-33 e quindi con una tripla di Bluiett (39-45). Arriva anche un gioco da 4 punti di Wright-Foreman che scalda la mano e all’intervallo la Vuelle è al comando.

Ma il rientro del Banco è veemente, la palla arriva sotto dove Pesaro è sguarnita e i kg di Gombauld e Diop pesano mentre Cappelletti non vuol far rimpiangere la partenza di Gentile. Lo sbandamento, però, non va mai oltre il -6 con cui si chiude il 3° quarto. Nell’ultimo Cincia tiene salde le redini della squadra e innesca chi vede più caldo, con Foreman che torna ad essere ispirato, Ford riacciuffa la Dinamo sul 74-74 poi si lotta corpo a corpo fino alla mini-fuga marchiata dal greco che sembra fatale. Ma certe giornate vanno così, non era ancora l’ora di morire.

Elisabetta Ferri