
Nel mezzo del cammin
di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita
Questo è l’incipit de La Divina Commedia, il capolavoro dantesco e di tutta la letteratura italiana e non solo. Il poema tratta di un viaggio immaginario che avviene nei tre regni dell’oltretomba, Inferno, Purgatorio, Paradiso, divisi in cantiche. La prima cantica è quella dell’Inferno, dove i peccatori scontano pene secondo la legge del contrappasso: i colpevoli hanno un castigo simile o contrario al peccato commesso in vita. L’opera ci offre molti spunti e analogie con l’attualità. Alcuni reati sono gli stessi dei giorni nostri: furti, omicidi, corruzione, mentre le pene, che nell’Inferno sono crudeli e arbitrarie, oggi sono decise in tribunale, composto da giudici, pubblici ministeri e avvocati tramite un processo. Tutto il viaggio rappresenta il cammino nella vita di ogni uomo, un cammino irto di sacrifici, dolori per giungere alla felicità, al bene supremo; ogni verso dell’opera ha la capacità di rappresentare la vita quotidiana e la realtà che viviamo tutti i giorni, composta da gioie, dolori, difficoltà, sacrifici.
Il testo dantesco ci spalanca una finestra sulla vita, sull’uomo del passato e su quello odierno, sulla loro e la nostra ricerca della salvezza e della felicità. L’Inferno non è solo un luogo ultraterreno; oggi molti vivono l’Inferno sulla terra, per esempio chi è rimasto vittima o senza più una dimora o un affetto nel terremoto che ha colpito recentemente la Siria e la Turchia o nella guerra in Ucraina, chi affronta rischiose traversate per un futuro migliore o chi perde un proprio caro. Questo capolavoro ci insegna a riflettere e a non sottovalutare le opere del passato, perché sono di grande attualità e di lezione morale per la nostra generazione.
Cesare Antognoli, Christian Arduini, Alessandro Battelli, Matteo Pandolfi, classe 2ªC