
Leonardo Cossi, qui con suo figlio Alessandro di Ca’ Sciampagne
Il nome, Ca’ Sciampagne, evoca la regione francese dove si produce il celebre vino, lo Champagne, e dove il gesso del sottosuolo trattiene acqua e calore rilasciandolo poi all’occorrenza alla vigna, che naviga in un mare di acidità per le temperature fredde. Qui invece, nel calanco urbinate di rimpetto a San Bernardino, la composizione della terra è diversa: calcare sbriciolato, diremmo meteoriti di calcare, e lingue di argilla che scivolano nel calice donandogli scorrevolezza setosa, mentre il calcare è dura finezza, sostanza, sapidità minerale ariosa. Come si vede, il territorio recita un grande ruolo anche quando si parla di vino perché, a pensarci bene, la vigna si nutre del (sotto) suolo. Bisogna fare questa premessa indispensabile per accostarsi ai vini di Ca’Sciampagne, domus padronale agghindata di fiori e dominante le valli di vento urbinati. Vento, sole, escursioni termiche notturne, mineralità. Mescolate tutto ed avrete vini imprendibili, che marciano alla velocità della luce dialogando con il territorio circostante anche una volta entrati nelle vostre narici e nel vostro palato. Esperienze sensoriali fuori dal comune. Stupisce la pulizia di questi vini, aspetto non scontato quando si parla di calici naturali, ovvero non contaminati dalla chimica e dalla mano greve dell’uomo. Si apprezza l’uso solo di lieviti indigeni, a rispetto della identità. Si apprezzano soprattutto i profumi e la bontà. Qualche esempio: "Unico", Marche Igt, sgrana un polline materico con nota cremosa e ammandorlata di nocciola, quindi tarassaco. Il sorso è balsamico di assenzio e verde di foglia di carciofo, con tannino minerale granuloso finissimo. Revoluscion è un Marche bianco Igt, Bianchello in versione ancestrale: cera d’api alla vista, una sorta di alveare in lavorazione. Ha un ingresso olfattivo minerale di argilla blu che si sgretola, quindi agrumato di pompia (agrume sardo) fiore dell’aglietto, citrus. Il sorso è di elicriso con riverbero di liquirizia. "Antani" è un giocoso incedere tra mirto, confettura di ribes e violetta candita, tutto avvolto da un colore rubino con corona purpurea violacea. Unico.
d. e.