Pesaro, i clown conquistano Santa Colomba

Nella struttura Casa Roverella, la Onlus "T'Immagini" fa ballare gli anziani e dona quattro tablet

I clown dottori all'interno della struttura Casa Roverella del Consorzio Santa Colomba

I clown dottori all'interno della struttura Casa Roverella del Consorzio Santa Colomba

Pesaro, 21 maggio 2023 - «Salve, dica. Sì, è qui da noi la festa» dicono al citofono di Casa Roverella, nel Consorzio Santa Colomba, dove ieri pomeriggio si è tenuto lo splendido pomeriggio che ha visto coinvolti gli ospiti della struttura e i clown dottori della Onlus “T’Immagini”. Una giornata all’insegna della gioia e della spensieratezza, il tutto, ovviamente, con le misure di sicurezza anti-Covid previste in queste tipologie di incontri: «Questa che portiamo avanti è ormai una collaborazione decennale – spiega Simona Zoppi, responsabile della struttura –. Ancora mi ricordo la prima volta che mi avevano parlato di questa associazione, dicendo che sarebbero venuti dei clown a intrattenere i nostri ospiti: ovviamente ero un po’ scettica, ma mi sono detta che provare non costava nulla e devo dire che di quella scelta non mi sono mai pentita. Qui nella struttura ospitiamo circa 150 anziani, ognuno con le sue difficoltà. Dopo il periodo del Covid, che ovviamente ancora un po’ temiamo, vedere queste persone che battono le mani, anche se magari allettate, o che girano con la sedia a rotelle quasi come per ballare, scalda il cuore e mi fa sorridere. “T’Immagini” per ni ha fatto veramente tanto».

Infatti, questa giornata, non è stata solo all’insegna del ballo e di musiche di altri tempi, ma anche per aiutare agli anziani a poter vedere maggiormente i loro familiari. Come? Attraverso la donazione di quattro tablet che potranno permettere agli ospiti di fare videochiamate per comunicare con figli e nipoti che, magari, vivono lontani: «Quello che noi facciamo è solamente usare un’ora del nostro tempo libero per poter far divertire e far dimenticare le sofferenze a qualcuno – dice Elena Damiani, alias Dottoressa Star –. A loro piace tantissimo la musica, come anche i colori sgargianti con i quali ci vestiamo. Sono felici e questo ci dà tantissima voglia di tornare e di continuare a fare questi pomeriggi. Inoltre, una cosa che bisogna sempre far presente, è che molto spesso i nonnini, anche se non ballano, però hanno piacere di avere qualcuno con loro che li ascolta o che ci scambi quattro chiacchiere. A loro basta anche solamente questo ed infatti cerchiamo sempre nuovi volontari. Io sono entrata in questo mondo, per esempio, dopo aver fatto l’animazione a mio figlio che era in ospedale e non sono riuscita a fare a meno di continuare».

Anche gli ospiti sono rimasti soddisfatti, seppur con un velo di malinconia per la situazione ancora incerta, di questa giornata: «Mi diverto senz’altro, però devo dire che è un po’ triste festeggiare senza la mia famiglia – racconta Lidia, di 89 anni –. A mio marito, morto recentemente, questa musica piaceva tantissimo e si sarebbe divertito molto. Sono contenta che porteranno questi strumenti per parlare con le famiglie, anche se io sono sicura che non saprei nemmeno usarlo. Più che altro, non ne ho bisogno, perché per fortuna ho dei familiari stupendi, mia figlia e i miei nipoti vengono spesso a farmi visita, quindi non avrei nemmeno bisogno di imparare a fare le videochiamate».

«L’associazione è nata nel 2009, partendo inizialmente dalle pediatrie di Pesaro e Fano – racconta Laura Mancini, vicepresidente dell’Onlus “T’Immagini” –, per poi arrivare qui al Santa Colomba nel 2013. La figura del clown dottore è cambiata nel corso degli anni: infatti, se prima dovevamo farci vedere, dire che eravamo presenti nel territorio, ora invece sono le strutture stesse a contattarci, a chiederci di aiutare i loro ospiti durante la permanenza. Basti pensare che, dopo un’operazione, un bambino aveva chiesto prima di noi che dei genitori. Insomma, quello che a noi piace fare, alla fine, è solamente cercare di far ricordare una determinata permanenza in una struttura o in un ospedale non come una cosa brutta, ma come un luogo in cui anche la magia e l’allegria possono arrivare». Tra palloncini a forma di fiore o di cagnolini, alla fine, gli anziani sono tornati nelle loro stanze, non con la tristezza che sia finita la festa, ma con la gioia che ci sia stata.