
Appuntamento al Parco Miralfiore di Pesaro questa sera alle ore 21,15. Sul palco l’attore Neri Marcorè con l’Orchestra Multietnica di Arezzo e Luca Baldini.
Oggi alle 21.15 al Parco Miralfiore di Pesaro, Miralteatro d’Estate rende omaggio a Paolo Benvegnù con “Piccole fragilissime note“. Sul palco l’attore Neri Marcorè, al fianco dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, diretta da Enrico Fink, e di Luca “Roccia“ Baldini (foto), musicista e storico collaboratore del cantautore morto lo scorso 31 dicembre. Il titolo della serata richiama l’album Piccoli fragilissimi film, ripubblicato nel 2024, simbolo della sua poetica.
Fink, che cosa lega l’Orchestra alla figura di Benvegnù? "L’incontro con Paolo è nato grazie a una coincidenza di persone e di luoghi. Abbiamo conosciuto negli anni tanti artisti, ma lui istantaneamente è diventato un pezzo dell’Orchestra, uno di noi. Una piccola fragilissima magia realizzata in quell’incontro".
In che modo la sua musica si è sposata con la vostra vocazione? "L’Orchestra è un progetto legato a temi importanti come il dialogo tra culture. Quello che si sottovaluta è che ogni forma di dialogo si basa sull’ascolto. Paolo lo sapeva fare al meglio: aspettava che venisse fuori qualcosa da te, ti faceva sentire che era importante quello che stavi dicendo. Questa sua caratteristica rendeva vicine anche persone lontane".
Luca Baldini, bassista dei Benvegnù, è legato al cantautore scomparso da un rapporto artistico e umano durato più di venti anni. Baldini, qual è stato il punto di partenza di questo progetto? "Per me è stato cercare di chiudere un cerchio. L’Orchestra di Arezzo per Paolo è sempre stata una casa. I Benvegnù sono stati la sua famiglia, quelli che hanno fatto tour e dischi con lui. Neri Marcorè era la pedina mancante".
Che rapporto ha Marcorè con il mondo di Benvegnù? "Non si sono mai incontrati personalmente, ma si sono sentiti per telefono per preparare dei progetti che avrebbero dovuto realizzare quest’anno. Neri ha poi prestato la voce per il suo disco È inutile parlare d’amore, Premio Tenco 2024, nel brano 27/12. Ho pensato quindi di farli incontrare sul palco, se non fisicamente, almeno attraverso la poesia di Paolo".
Come avete costruito lo spettacolo? "Il concerto sarà un percorso attraverso le canzoni di Paolo, orchestrate in maniera originale, con la presenza di strumenti e voci da tutto il mondo. Si ripercorreranno anche le canzoni che amava: Pietro Ciampi, Paul Simon, De André, i Beatles. Una serata di ricordo, ma anche di festa".
Un’immagine per ricordare Benvegnù? "Dopo la sua scomparsa è arrivato nel mio giardino un airone bianco, spettinato. Si è fermato lì per dieci giorni. Non sono uno che crede ai segni, ma ho pensato che Paolo con quella presenza mi avesse voluto dare una pacca sulla spalla, un aiuto per andare avanti".
Cosa rimane della sua visione? "Oltre a essere un amico, un fratello, è stato un grande poeta, scrittore e filosofo. La cultura italiana ha bisogno di lui e farò di tutto per farlo conoscere e non farlo dimenticare. È uno che dovrebbe essere studiato al pari di Cioran e Ungaretti". Il concerto, realizzato da AMAT e Comune di Pesaro, ospita in apertura Unadasola, con Arianna Lorenzi e Francesco Tommasi, nell’ambito del progetto di rete Glocal Sound.
Leonardo Damen