Preside vieta la benedizione pasquale. Il sindaco: “Firmo un’ordinanza”

Monte Grimano Terme, negato l’ingresso del prete a scuola: il caso finisce sul tavolo del ministro dell’Istruzione Valditara

Il preside Flavio Bosio, il sindaco di Monte Grimano Terme Elia Rossi e il parroco don Giorgio

Il preside Flavio Bosio, il sindaco di Monte Grimano Terme Elia Rossi e il parroco don Giorgio

Il preside non autorizza la benedizione pasquale ma il sindaco a colpi di ordinanza va al contrattacco: "I locali della scuola non sono suoi, e non può vietare l’ingresso in un luogo che non è il suo". L’incidente diplomatico è scoppiato martedì scorso e ha coinvolto il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo "Raffaello Sanzio" Flavio Bosio, il parroco don Giorgio e il sindaco Elia Rossi del comune di Monte Grimano Terme. E il caso è finito pure sulla scrivania del ministro dell’istruzione Valditara con un’interrogazione urgente presentata dal deputato Francesco Battistoni, coordinatore di Forza Italia Marche.

"Il nuovo preside non mi ha dato l’autorizzazione per entrare nella scuola di sua competenza per dare la benedizione pasquale – racconta rammaricato don Giorgio –. Eppure avevamo fatto, per il tramite delle collaboratrici della parrocchia che lavorano anche a scuola, una mail rispettando tutti i protocolli. Il preside ci ha risposto che non potevamo andare a benedire perché non è consentito e perché la scuola è laica. Non intendiamo fare alcun proselitismo: Dio è per tutti e siamo tutti fratelli, la benedizione è un’occasione di aggregazione e accoglienza a cui si può partecipare a prescindere dal proprio credo religioso".

Dal canto suo il preside Flavio Bosio, raggiunto telefonicamente, ha commentato la vicenda minimizzando: "non è successo nulla". Questa è stata infatti l’unica e quasi monosillabica riflessione pronunciata a denti stretti con l’utilizzo del minimo sindacale della cortesia possibile. "E don Giorgio farà la benedizione mercoledì alla riapertura della scuola elementare e materna – annuncia il sindaco Elia Rossi –: domani (oggi ndr) pubblicherò l’ordinanza citando i Patti Lateranensi e la libertà di culto. Nelle Marche mi risulta che questo sia un provvedimento unico nel suo genere. I locali della scuola non sono del preside e non può vietare l’ingresso al parroco. E’ la prima volta che capita una cosa simile nella storia della nostra comunità. Io stesso ho provato a intercedere ma, dopo una telefonata di pochi minuti, il preside mi ha detto che non avrebbe autorizzato la benedizione dimostrandosi, di fatto, insensibile anche alle nostre tradizioni. Gli ho detto che avremmo messo a disposizione un’aula per coloro che non avessero voluto presenziare al rito: ci ha detto che apprezzava la nostra buona volontà ma che era inutile". Dieci giorni prima, del resto, anche don Sante della parrocchia di Mercatino Conca non aveva avuto potuto benedire la scuola del paese che fa parte dello stesso istituto comprensivo guidato dal preside Bosio.

"Il parroco mi aveva domandato di chiedere al preside di poter benedire la scuola del mio comune – racconta il sindaco di Mercatino Conca Omar Lavanna –: mi ero fatto portavoce di questa richiesta ma il preside aveva detto no, avevo rilanciato con la possibilità di fare un’iniziativa analoga anche per gli studenti di fede musulmana ma niente da fare. In quel caso però non ne era stata fatta una questione di Stato".

Il caso, dicevamo, è finito anche sotto la lente d’ingrandimento nazionale e verrà esaminato dal ministro dell’istruzione. Il deputato di Forza Italia e coordinatore regionale Francesco Battistoni, infatti, ha presentato un’interrogazione urgente al ministro Valditara. "Nonostante gli sforzi fatti dai sindaci per trovare un punto di incontro fra le diverse esigenze – scrive il deputato azzurro in una nota –, tale scelta ci lascia basiti, se non addirittura indignati perché si introduce un doppio binario di laicità e di rispetto dei diritti prevedendone maggiori per taluni e minori per altri. Al ministro Valditara si chiede se ciò che è avvenuto nelle Marche sia in linea con i nostri principi costituzionali".