Pronto il piano per le emergenze

La Protezione civile ha presentato la strategia da seguire a seguito di eventuali cataclismi

Pronto il piano per le emergenze

Pronto il piano per le emergenze

Il punto di partenza per un lavoro in continua evoluzione. A Teatro Sanzio è stato presentato il nuovo piano di emergenza comunale di Protezione civile, frutto di un lavoro cominciato nel 2013, arricchito e aggiornato più volte negli anni, che è stato rivisto e portato a stesura nel 2023, dopo lo stop per la pandemia. "È comunque un piano di programmazione, che sarà soggetto a modifiche – spiega Mara Mandolini, responsabile Protezione civile per il Comune –. Urbino ha un territorio vasto e complesso, fattore da tenere in conto, così come i nuovi rischi emersi di recente, quali pandemie e pericoli connessi al cambiamento climatico: per esempio, abbiamo individuato aree climatizzate da usare in caso di troppo caldo. Gli altri scenari possibili sono terremoti, esondazioni, incendi boschivi, neve, rischio idrogeologico e, per una piccola parte di territorio, anche connesso a dighe. Ora siamo all’ultimo capitolo, far conoscere il piano alla popolazione".

Durante l’iniziativa, a cui hanno partecipato alcune scuole, si è anche parlato di un aspetto che aggiunge complessità alla protezione di Urbino: la presenza di un sito Unesco da tutelare, che ha richiesto un capitolo apposito. "Parliamo di palazzi, opere d’arte, teatro, affreschi e patrimonio mobile – spiega Luana Alessandrini, responsabile dell’Ufficio Patrimonio mondiale –. Sono oltre 130 edifici segnalati come da proteggere, di cui più della metà è tra il centro storico e la “zona cuscinetto“. Dobbiamo perciò prevedere risposte e un recupero post disastro. Valuteremo anche se organizzare una squadra dedicata alla protezione del patrimonio culturale". Alla stesura ha collaborato anche la Regione. Pierpaolo Tiberi, che ne è il responsabile di Previsione, Prevenzione e Pianificazione Protezione civile, spiega: "Le Marche stanno implementando quest’attività affinché tutti i Comuni abbiano un piano che definisca scenari di rischio, quantità di popolazione interessata e modalità d’intervento. Urbino ha principalmente quattro vie di deflusso dal centro storico, ognuna delle quali ha un arco all’uscita, che non si può dire a priori se reggerebbe, in caso di sisma. Inoltre, tra le 8 e le 12, dal lunedì al venerdì, la sua popolazione triplica, arrivando fino a 12-14mila persone: questo crea ulteriore complessità. Però, intanto era importante definire le aree d’attesa, in cui radunare le persone, e le vie di deflusso. Questo è un buon piano di Protezione civile, in linea con le normative".

Nicola Petricca