Quindicenne dice a scuola che il padre la picchia. Lui nega ma è nei guai

Quindicenne dice a scuola che il padre la picchia. Lui nega ma è nei guai

Quindicenne dice a scuola che il padre la picchia. Lui nega ma è nei guai

Racconta a scuola che il padre la picchia. Poco dopo, le insegnanti decidono di raccontare alla procura le parole della allieva contro il genitore. A finire nei guai è un 37enne imprenditore pesarese che oltre ad esser iscritto nel registro degli indagati della procura di Pesaro per maltrattamenti e lesioni, si è visto anche sequestrare tutte le sue armi, fucili che usa per il tiro al piattello.

Ma il fascicolo di indagine si prepara a traslocare in Sicilia, dove sarebbero avvenuti i fatti. Lo ha deciso ieri il gip Giacomo Gasparini. Tutto risalirebbe a qualche mese fa, quando un giorno, in una scuola siciliana, una ragazzina 15enne confida di essere stata picchiata e maltrattata dal padre. Un racconto che non finisce solo nelle orecchie delle docenti. Presto arriva infatti anche sul tavolo della procura. Le insegnanti fanno partire la querela. E il padre finisce indagato. Secondo la difesa, il genitore non avrebbe fatto altro che sgridare la figlia ’ribelle’, una ragazzina che non voleva accettare le regole e che prendeva a male parole anche la mamma. Il padre l’aveva così ripresa e lei se ne era lamentata a scuola mettendo in moto le docenti, attente a non sottovalutare nessuna informazione che possa arrivare dagli studenti. Ma secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Eleonora Barbieri, quel racconto non è veritiero. Non ci sarebbero prove delle botte ricevute dal padre né una foto e neppure un certificato medico. Ma la parola della 15enne è bastata per far finire il genitore sotto la lente della procura di Pesaro. Ieri però il giudice Gasparini si è dichiarato incompetente e ha trasmesso gli atti alla procura siciliana. Questo perché i fatti non sono avvenuti in una scuola di Pesaro, la città dove la famiglia si era poi trasferita, ma in Sicilia ed è per questo che il gip Gasparini ha deciso di riaffidare il fascicolo di indagine al giudice della città dove sarebbero avvenuti i maltrattamenti del genitore sulla figlia.

e. ros.