REDAZIONE PESARO

Ristoratori: proteste per la riapertura beffa "Ci aspettavamo di più, è un contentino"

Si torna a cena dal 26 aprile ma soltanto all’aperto, peraltro con la spada di Damocle del coprifuoco che resta alle 22. Di Remigio: "Temperature ancora troppo basse per poter ospitare i clienti negli spazi esterni. E aspettiamo risposte dal Comune"

Da lunedì 26 aprile, e per tutto il mese di maggio, sarà possibile in zona gialla pranzare o cenare al ristorante con tavoli all’aperto. Dal primo giugno si mangia nei ristoranti con tavoli al chiuso solo a pranzo, con coprifuoco alle 22. "Ci aspettavamo di più, questo è solo un contentino, siamo arrabbiati - dice Mario Di Remigio presidente dei ristoratori e titolare del ristorante "Polo pasta e pizza"- questa mezza riapertura sarà vacillante. Le temperature sono ancora troppo basse per poter ospitare i clienti negli spazi esterni del ristorante ed il Comune di Pesaro ancora non ci ha dato risposte riguardo alle autorizzazioni necessarie per usufruire degli spazi esterni. Inoltre avremmo poco tempo per organizzare la riapertura visto che ufficialmente la zona gialla verrà confermata solo il 24 aprile, possiamo dire che ancora l’apertura rimane un’incognita. Confidiamo in un cambio di passo da parte del ministro Speranza, continuano a penalizzarci come se fossimo gli untori di questa pandemia". Ivan Mencaroni titolare del "Giro di Boa" in viale Trieste dice: "Avremmo la possibilità di allestire circa 15 tavoli all’esterno, sono pochi ma teniamo aperto per lanciare un segnale positivo ai clienti e per dire che siamo pronti per tornare a lavorare. Abbiamo dei dipendenti in cassa integrazione che richiameremo per la stagione estiva". Dice Simone Valentini titolare della gastronomiaristorante "Lo Stuchin del Port" a largo Berlino a Baia Flaminia: "Noi siamo pronti per riaprire e non vediamo l’ora, ho un grande spazio all’esterno e potrò allestire una trentina di tavoli, questa è la mia grande fortuna. Per adesso con l’asporto siamo andati bene ma quelle entrate sono servite unicamente per pagare le spese generate da questi mesi di stop". C’è anche chi deve fare i conti con il poco o per nulla spazio all’aperto del proprio locale come Elisa Bucci titolare della piadineria "daPeppe" in via Nino Bixio: "Ho poco spazio esternamente, non arrivo nemmeno ad una decina di tavoli ma stiamo continuando a tenere aperto per dare continuità al servizio e per un senso di fedeltà nei confronti dei nostri clienti. Ho tanti dipendenti in cassa integrazione, che arriva continuamente in ritardo, noi però abbiamo moltissime spese da affrontare, spero che finisca presto questo incubo". I due titolari Monica Salvatore e Pasquale Caposeno del ristorante "Baia del Porto" in via Berna dicono: "Cerchiamo di rimanere ottimisti, per ora noi riapriremo con una trentina di tavoli esterni, abbiamo la fortuna di possedere tanto spazio. Ci preoccupa non poter dare stabilità ai nostri dipendenti, vorremmo poter pensare al personale per la stagione estiva ma non abbiamo garanzie da offrire, continuiamo a vivere in un limbo. Ci troviamo a scontrarci continuamente con l’instabilità di coloro che decidono. Per ora abbiamo solo una certezza: il 26, qualora riuscissimo a riaprire, il ristorante sarà pieno. Le persone hanno bisogno di serenità". La zona gialla è la condizione per riaprire ma non è ancora un risultato acquisito. Se rimanesse la zona arancione per un improvviso aggravio dei contagi, sarà mantenuta la sola possibilità di asporto, così come in quella rossa.

Ma tornando alle zone gialle, nelle linee guida stilate dalle Regioni, e che dovranno essere vagliate dal Cts, è stato proposto un metro di distanza nei ristoranti all’aperto o al chiuso - se la situazione pandemica lo consente - per aumentare a due laddove la condizione di diffusione del virus si dovesse aggravare. Ma l’atteso innalzamento delle temperature, potrebbe essere l’alleato decisivo per tornare a pranzo e a cena al ristorante senza limitazioni di orari ma solo di spazi.

Giorgia Monticelli