Forse solo un miracolo potrebbe salvare via San Lorenzo in Solfinelli, strada vicinale a Pieve di Cagna, dalle disastrose condizioni in cui versa. Adriana Carrino, unica residente stabile e titolare di b&b, lamenta da nove anni l’abbandono sia della strada che di una variante richiesta da un vicino e approvata dal Comune. Un tratto di strada infatti è stato acquistato anni fa dal signor Galeazzi, il vicino in questione, che risiede all’estero e torna solo in estate. In permuta, ha realizzato una ‘bretella’ alternativa approvata dal Comune, dalla pendenza notevolmente maggiore, però mai ultimata e con fosse e crepe che già la rendono sdrucciolevole e, a ogni acquazzone, impraticabile. "Anche qualche giorno fa – dice Carrino – dopo un piovasco la mia auto si è impantanata e non potevo uscire di casa. Questo perché Galeazzi chiude con le sbarre gli accessi al vecchio tracciato, nonostante un’ordinanza del Comune che lo vieta finché non sistemerà a sue spese la variante. Prima c’erano i lucchetti, ora – dal 9 agosto – no, ma lui tiene comunque chiuse le sbarre e, ogni volta che le riapro, dopo dieci minuti le richiude. Impossibile che i miei clienti debbano aprirle ogni volta. Il Comune fa fare a Galeazzi i propri comodi, non osa disturbarlo ma intanto io ho un danno economico perché i miei clienti faticano a raggiungermi e la strada peggiora sempre più, perché come se non bastasse lo stato pietoso di routine, ci sono due aggravi: una copiosa perdita d’acqua dal pezzo di strada dove sta Galeazzi, che solo dopo le mie chiamate è stata risolta, ma nel frattempo ha compromesso metri e metri di strada a valle, e il continuo passaggio di mezzi agricoli pesanti nella variante che creano solchi profondi e pericolosi". A luglio il vicino ha redatto un progetto, come chiesto dal Comune, per sistemare la strada, che però è stato rifiutato dall’avvocato della Carrino perché mancante del prospetto altimetrico e delle autorizzazioni degli enti competenti in quanto zona vincolata. Insomma, via San Lorenzo rimane "poco più che una mulattiera – conclude Carrino – e il Comune deve imporre dei veri lavori, perché io ci sto rimettendo lavoro, salute e non posso nemmeno tentare di vendere la casa".
Giovanni Volponi